Tv accessibile per i sordi, Ens alla Rai: “Non più fase sperimentale, diventi obbligo”

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L’organizzazione promuove una petizione per chiedere che il nuovo Contratto di servizio garantisca piena accessibilità su tutti i canali. E il Parlamento approvi una legge che estenda obbligo di accessibilità anche a settore televisivo privato

2 settembre 2017

ROMA – “Una petizione per denunciare collettivamente la “situazione decisamente critica dell’accessibilità dell’informazione televisiva – pubblica e privata – per le persone sorde”: l’iniziativa è promossa dall’Ente nazionale sordi, da anni chiede ripetutamente che sua compiuto un passo avanti in tal senso: ma “non si vedono miglioramenti”, osserva l’organizzazione. In particolare, nell’ultimo contratto di servizio la Rai ancora definiva “sperimentale” la sottotitolazione e la traduzione in Lingua dei segni, lasciando così del tutto inadeguata la normativa per l’accessibilità delle trasmissioni e dei programmi tv.

Così, mentre la Rai prepara il nuovo schema di Contratto di servizio, Ens segnala, in una circolare recentemente inviata a tutte le sedi territoriale “i disservizi non solo della Rai ma di tutto il comparto televisivo in Italia”. E ha formulato e diffuso una petizione, invitando tutte le persone sorde o ipoacusiche a sottoscriverla e inviarla alle istituzioni competenti: dal presidente della Repubblica ai vertici Rai, dall’Agcom ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, dal Dipartimento Pari Opportunità al Forum europeo per la disabilità (Edf).

“Sono una persona sorda/ipoacusica e con la presente voglio manifestare il mio profondo disagio nell’impossibilità di avere una legittima e dignitosa accessibilità ai programmi televisivi – si legge nella lettera – In questi anni l’Ente Nazionale Sordi ha più volte portato all’attenzione di chi di competenza le problematiche inerenti l’accessibilità ai programmi televisivi sulla quale l’Italia, rispetto agli altri Paesi Europei, è colpevolmente in ritardo. L’ultimo contratto di Servizio, dopo una precedente fase sperimentale, definiva, ancora, la sottotitolazione e la traduzione in Lingua dei Segni come sperimentale. È evidente che il lasso di tempo trascorso è sufficiente per chiudere la fase ‘sperimentale’ e giungere ad una più dignitosa e definitiva normativa sull’accessibilità alla programmazione televisiva”.

Un esempio dell’attuale inadeguatezza: la traduzione dei telegiornali in Lingua dei Segni è attualmente limitata alle edizioni brevi dei TG, quando “le persone sorde e ipoacusiche, come quelle udenti, hanno una vita lavorativa e impegni di famiglia e come tutti seguono maggiormente le edizioni delle 13.00 e delle 20.00; le persone sorde e ipoacusiche non si limitano a seguire i programmi delle reti generaliste – si legge ancora nella lettera – ma seguono, o meglio vorrebbero seguire, anche i programmi delle altre reti Rai”. E’ poi assolutamente necessario che divengano accessibili anche i programmi per l’infanzia, visto che “le persone sorde e ipoacusiche hanno dei figli che nascono sordi o ipoacusici”.

Nella petizione si chiede dunque non solo che “venga previsto nel prossimo Contratto di Servizio con la Rai che l’accessibilità sia pienamente garantita sulle reti generaliste, ma che sia anche previsto un cronoprogramma con tappe ben definite per l’accessibilità su tutti i canali Rai e che il Parlamento, come già accaduto in Francia e Inghilterra, avvii lo studio e approvi una legge che preveda il graduale obbligo anche per gli operatori del settore televisivo privato di rendere pienamente accessibile la loro programmazione”.

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