L’Ente Nazionale Sordi in rappresentanza dei sordi italiani in relazione alla discussione della proposta di Legge S. 302 “Riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana” e connessi esprime soddisfazione per il lavoro svolto in commissione Affari Costituzionale del Senato ma al contempo esprime forte preoccupazione per il passaggio del testo in Commissione Bilancio.
La previsione di stanziamento della proposta di legge deve tenere conto, a differenza di quanto richiesto da alcuni senatori durante la discussione del testo in aula ieri al Senato, di tutte le disposizioni previste nel testo, non certo con esclusivo riferimento all’art. 3 della proposta.
Il testo infatti pone le fondamenta perché siano assicurati servizi e strumenti che possano garantire l’inclusione sociale delle persone sorde e sordocieche in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Lo stanziamento deve assicurare risorse perché sordi e sordociechi possano avere accesso concreto alla comunicazione e all’informazione nella vita di tutti i giorni, così come peraltro avviene ad es. con servizi di traduzione nel caso di interazione tra persone immigrate e Istituzioni.
Un cittadino sordo che deve sporgere una denuncia presso le forze di Polizia deve poter disporre di un servizio di interpretariato in Lingua dei Segni, che deve essere messo a disposizione dalle Istituzioni, non più a carico del cittadino.
In caso di emergenza presso un pronto soccorso o di ricovero in un ospedale il cittadino sordo o sordocieco deve poter comunicare, con servizi di interpretariato, con il personale medico e paramedico di questioni di vitali importanza perché riguardano la salute della persona, che devono altresì aver avuto una formazione di base sulle modalità di comunicazione con le persone con disabilità uditiva.
In presenza di alunni sordi a scuola deve essere garantito il servizio di assistenza alla comunicazione con le modalità scelte dalla famiglia e dall’alunno, anche mediante servizi di interpretariato in LIS e strumenti tecnologici e didattici per l’inclusione, così come i genitori sordi segnanti devono poter interagire con le Istituzioni scolastiche con semplicità e con piene pari opportunità.
Durante i colloqui con il Centro per l’impiego i giovani sordi incontrano numerose difficoltà nell’interazione con il personale preposto, proprio perché mancano servizi di traduzione da/in LIS, creando così inutili barriere che si aggiungono alle difficoltà enormi che una persona sorda ha nella ricerca del lavoro e che potrebbero essere facilmente eliminate con l’approvazione delle disposizioni nella presente proposta.
Chiedo pertanto che non venga travisato l’obiettivo primario della proposta di legge che è quello di garantire l’autonomia della persona con disabilità e il diritto alla libertà di scelta della persona sorda, sordocieca e dei loro nuclei familiari, stanziando eque risorse che consentano non solo il doveroso approccio di prevenzione e (ri)abilitazione ma servizi concreti che migliorino la qualità della vita delle persone sorde.
Scarica il comunicato stampa del Comunicato Stampa ENS – 19 maggio 2017
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