Poste, c’è Gioacchino e la lingua dei segni. Ecco lo sportello per i non udenti

Un impiegato dedicato nell'ufficio di corso Meridionale a Napoli. Il direttore: i clienti così sono a loro agio


di Ida Palisi

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Spedire una raccomandata o un pacco senza parlare o sentire? C’è un ufficio postale a Napoli dove si può fare anche solo con i gesti, il primo in città a istituire un servizio per persone non udenti. È in corso Meridionale 54 dove un apposito cartello — «Qui trovi Gioacchino» — avvisa che c’è un addetto allo sportello che comunica con la Lingua italiana dei segni (LiS).
Lui è Gioacchino Lepore, sordomuto, dipendente di Poste italiane e presidente per la regione Campania dell’Ente nazionale sordi, che utilizza la Lis per dialogare con le persone non udenti che hanno bisogno di svolgere alle poste diverse operazioni.

Tremila persone non udenti

«Sono molto orgoglioso di questa iniziativa che serve ad abbattere le barriere della comunicazione usando la Lis — dice Gioacchino Lepore —. Sono anni che mi dedico al benessere dei sordi a partire dalla vita quotidiana. Mi rende felice il fatto di poter condividere la mia esperienza ultradecennale all’interno dell’associazione, e portarla in Poste come operatore di sportello sordo». L’operatore Lis, che è stato formato da Poste Italiane per poter svolgere tutte le operazioni ordinarie che si effettuano presso gli sportelli, oggi è un punto di riferimento per le persone sorde della città di Napoli (che sono oltre 3.000 secondo i dati Insp, 5.000 in Campania).

«Un esperimento di sensibilizzazione»

«Il servizio che forniamo — spiega il direttore dell’ufficio di corso Meridionale, Angelo Carpenito — è davvero importante. Per le persone non udenti, avere qualcuno che in ufficio sia a loro disposizione e in grado di comprenderli rappresenta un aiuto decisivo. I clienti sordi — continua — da noi si sentono a loro agio, e per noi rendere questo servizio è motivo di grande orgoglio». «Sono lieto del fatto che uno degli uffici della filiale che dirigo sia stato scelto per implementare questo progetto», dice Carlo Orefice, direttore della filale Napoli Città, che comprende tutti gli uffici postali del capoluogo partenopeo. «Le persone che entrano in ufficio e vedono servire un cliente utilizzando il linguaggio dei segni — racconta — restano piacevolmente sorprese: offrire questa opportunità ha anche una funzione di sensibilizzazione e può aprire ad altre esperienze del genere. Credo sia molto importante che tutto il mondo dei servizi dia spazio ad iniziative come questa».
Quella di Gioacchino non è una storia isolata per Poste italiane, che già dall’autunno del 2023 hanno avviato un percorso di webinar tradotti in Lis, sull’educazione finanziaria e le innovazioni tecnologiche e digitali in atto, come pure i contenuti del sito ufficiale corrispondono alle esigenze di un pubblico con diverse modalità comunicative.

di Redazione Napoli Corriere
di Ida Palisi

 

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