A San Lorenzo una messa per i sordomuti

La celebrazione eucaristica viene celebrata l’ultima domenica del mese: «Nessuno rimanga indietro»

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di Francesco Romanelli – Redazione La città di Salerno

Un progetto che viene da lontano, quello di far partecipare attivamente alla santa messa anche i sordomuti.

«Nel 2017 l’allora settore Catechesi ai disabili dell’Ufficio diocesano, oggi servizio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità – dice la responsabile Fernanda Cerrato – organizzò pastorali un corso della lingua dei segni di base per catechisti ed operatori curato da suor Aurelia Parlangeli».

Da allora sono state avviate collaborazioni con l’Ente nazionale sordi, l’Istituto “Smaldone” e l’Unione sportiva sordomuti cavensi. In sinergia con questi enti si è deciso di avviare un cammino di inclusione pastorale ed ecclesiale proprio per i “fratelli sordi” presso la parrocchia di Sant’Alfonso.

Domenica scorsa, infatti, alle 19 si è svolta una santa messa con la lingua dei segni che sarà replicata ogni mese (ultima domenica). Molto soddisfatto il parroco don Gioacchino Lanzillo, che ha lavorato a questa iniziativa. Per divulgare e far conoscere questo progetto d’inclusione si è rifatto a una pubblicazione di Papa Francesco: “O tutti o nessuno”. «Sin dall’inizio del suo pontificato papa Francesco – ha spiegato il prete – ha sorpreso tutti per i suoi gesti inaspettati nei confronti delle persone con disabilità. Anche noi con la santa messa nella lingua dei segni ci impegneremo per essere sempre vicino alle persone più deboli. Il fine che ci proponiamo è anche quello dell’inclusione in un momento storico in cui il disabile spesso è collocato ai margini della società».

Nello scorso mese di luglio i sordomuti del comprensorio sono stati invitati a presenziare ad un evento cultural-religioso tenutosi ad Amalfi, durante il quale è stato garantito l’interpretariato Lis. «Dopo la pausa estiva abbiamo ripreso le attività con la presenza dei nostri fratelli disabili – ha concluso don Gioacchino – per loro e, soprattutto, con loro.

Ulteriori momenti inclusivi sono in cantiere per tutte le persone meno fortunate, perché la Chiesa non può lasciare indietro nessuno, ma deve sempre avere come bussola la sua missione verso i piccoli e gli ultimi, se, come ci insegna il Santo Padre, vuole essere davvero credibile e se vuole seguire davvero le orme di Colui che annuncia: Gesù».

 

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