“Mio padre sordo e invalido lasciato due giorni da solo in pronto soccorso”: la denuncia dei familiari

“Mio padre è invalido al 100 per cento: è completamente sordo, è malato psichiatrico e ha un grave decadimento cognitivo. Per due giorni è rimasto in pronto soccorso e non potevamo vederlo”, denuncia l’accaduto a Fanpage.it la figlia

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Immagine di repertorio

A cura di Giorgia Venturini

Due giorni in pronto soccorso senza poter vedere un parente perché il reparto era al completo.

Nessuna possibilità di un trasferimento in un altro ospedale e nessuna possibilità di vedere un famigliare. “Eppure mio padre è invalido al 100 per cento: è completamente sordo, è malato psichiatrico e ha un grave decadimento cognitivo”, denuncia l’accaduto a Fanpage.it la figlia che ha accompagnato l’uomo in ospedale a Saronno la scorsa settimana per dei forti dolori addominali.

I parenti mandati a casa senza poter vedere il paziente

“Ci hanno detto che non poteva essere ricoverato in reparto per mancanza di posti letto. Ma al pronto soccorso, ancora per direttive anti Covid, non potevamo entrare. Anche quando mia madre si è presentata alla porta e ha chiesto di provvedere lei stessa al cambio della pila dell’apparecchio acustico perché mio padre non era in grado di fare da solo e per gli infermieri, dato la complessità dell’apparecchio poteva non essere così immediato, le è stato negato l’accesso”. Per due giorni – sempre come raccontano i famigliari –  il paziente non ha potuto vedere nessuno. I parenti però sono riusciti a mettersi in contatto con il medico che ha garantito che la situazione era stabile: “I due giorni in pronto soccorso cadevano proprio nel weekend e non sempre quindi era facile parlare con il medico di turno”.

“Quando l’ho rivisto mio padre era preoccupato”

I parenti sono riusciti a rivedere il padre la domenica pomeriggio quando era stato ricoverato in chirurgia generale, ma solo per pochi minuti e per un solo parente a camera e su prenotazione: “La prima volta sono riuscita a riparlargli per dieci minuti perché c’era stato un problema con la prenotazione. Quando l’ho rivisto mi ha detto che per due giorni era sempre preoccupato perché non ha visto più nessuno di noi”. Poi la figlia ha aggiunto: “Mio padre ha un decadimento cognitivo quindi fa fatica a orientarsi. Noi potevamo aiutarlo a capire quello che stava succedendo”.

Le regole negli ospedali sono ancora quelle dei protocolli Covid: “Capisco che siano ancora necessarie le regole Covid, capisco. Ma la visita di un famigliare deve essere vista come risorsa dal punto di vista affettivo e soprattutto in casi come questi. Invece sembra quasi che noi parenti diamo fastidio”.

L’ospedale è stato interpellato da Fanpage.it che ha rispettato la richiesta di anonimato del paziente. L’ospedale ha però voluto sottolineare che non avendo avuto l’identità della persona non può verificare i fatti. Ecco la loro dichiarazione: “Non avendo ottenuto informazioni sul caso specifico, la Direzione di ASST Valle Olona si trova nella condizione di non poter verificare i fatti. L’Ufficio relazioni con il pubblico aziendale rimane a disposizione per dare risposte a questo tipo di segnalazioni”.

 

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