Bari, a una ragazza sorda si rompe l’apparecchio acustico e scatta la gara di solidarietà: raccolti settemila euro

Con i fondi restanti saranno acquistati anche una bicicletta per bambini con disabilità e un centinaio di pigotte dell'Unicef

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Un appello sui social per acquistare un apparecchio acustico destinato a una ragazza barese sorda si è trasformato in una gara di solidarietà. Quasi settemila euro raccolti nel giro di dieci giorni. E ora non solo la ragazza è tornata a sentire, ma la restante parte dei fondi racimolati sarà utilizzata per acquistare una bicicletta per bambini con disabilità motoria e un centinaio di bambole dell’Unicef.

“Un signore mi ha chiesto un aiuto per acquistare un apparecchio acustico per sua figlia, dato che l’auricolare era caduto nell’acqua ed era ormai inutilizzabile – spiega Luca Rutigliano, comunicatore barese – allora ho pensato di fare un appello ai miei amici su Facebook. Erano necessari 3.100 euro. Ho pubblicato un post il 30 agosto e da allora circa 70 persone ci hanno aiutato, donando 100 euro ciascuna”. La stessa azienda dalla quale hanno acquistato l’apparecchio ha concesso uno sconto e l’ha ordinato ancor prima di ricevere il denaro.

“Le persone che hanno donato non sono soltanto miei amici, ma anche sconosciuti: ci ha contattato persino qualche disoccupato – continua Luca – Alla fine abbiamo raccolto quasi settemila euro. La ragazza è felicissima per il suo nuovo apparecchio, pagato 2.900 euro (un Phonak Naida B50 di terza generazione) che le consente di sentire alcuni rumori e suoni che prima non percepiva”.

La grande partecipazione alla raccolta fondi consentirà di aiutare anche alcune associazioni: “Con i soldi avanzanti acquisteremo una bici per persone con disabilità da donare all’associazione Zerobarriere e inoltre vorrei comprare un centinaio di pigotte dell’Unicef per dare la possibilità ai bambini indigenti di andare in vacanza in Puglia – conclude Luca – La raccolta fondi continuerà comunque fino a raggiungere i 10mila euro per acquistare ancor più bambole dall’Unicef”.

 

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