Scrive in una nota inviata dal Comune di Reggio Emilia, il presidente dell’assise della Sala del Tricolore Matteo Iori: “Con il Progetto “Grazie” ringrazio i cittadini che dimostrano di interessarsi alla nostra città e ai suoi abitanti attraverso le piccole scelte quotidiane. E questa volta ringrazio una persona che potrebbe benissimo non sentirsi neppure reggiano, ma che dimostra invece un’attenzione esemplare alla città nella quale vive.
Phan Van Nghiep nacque in Vietnam, dove a 4 anni lo scoppio di una bomba lo rese sordo, da allora non riuscì mai più neanche a parlare.
A 18 anni decise di scappare dal paese in guerra e dopo due anni di traversie, grazie all’Unicef, riuscì ad arrivare in Italia. Come mi dice la moglie Maria Craciun, che traduce il suo linguaggio dei segni, arrivò nel nostro paese con solo una maglietta, un paio di pantaloni corti e delle ciabatte infradito; era sordo muto, non conosceva nessuno, non sapeva né leggere né scrivere e non conosceva neppure la lingua dei segni.
Lo Stato lo mandò come profugo ad Albenga dove venne accolto per alcuni anni in una chiesa nella quale una suora lo aiutò a fare i documenti di rifugiato e lo introdusse in una scuola per sordomuti dove imparò anche a leggere e a scrivere.
Appena riuscì a regolarizzarsi iniziò a lavorare facendo di tutto: muratore, benzinaio, tutto fare in un campeggio e tanti altri lavori. E proprio nel campeggio in cui lavorava incontrò casualmente un vecchio amico vietnamita che si era stabilizzato a Reggio e che nel 1988 lo aiutò a trasferirsi nel nostro territorio, qui trovò un lavoro stabile e proprio in azienda incontrò Maria, la donna che poi divenne sua moglie.
Phan provò più volte ad ottenere la cittadinanza italiana, la prima volta provò 30 anni fa, ma oltre a dover dimostrare un reddito e un domicilio fisso da almeno 10 anni, doveva dimostrare di non aver mai commesso nessun reato, neppure nel paese di provenienza e non riusciva a farsi mandare questa attestazione dal Vietnam. Finalmente nel 2022 dal Vietnam è arrivata questa certificazione e dopo 30 anni Phan è potuto diventare cittadino italiano.
Dopo 38 anni di lavoro ininterrotto è andato in pensione e ha iniziato a fare volontariato a
Reggio Emilia e ogni giorno esce da solo, con i guanti e le pinze, per andare a pulire strade, parchi e luoghi comuni. Perché lo fa? “Perché amo questa città e voglio prendermene cura”.
Una persona che proviene dall’altro capo del mondo che decide ogni giorno di uscire e pulire la nostra città, rappresenta un ottimo esempio perché ci aiuta a capire quanto anche noi dovremmo curare i luoghi nei quali viviamo e le relazioni che abbiamo, perché sono le piccole scelte quotidiane quelle che fanno la differenza.
Come sempre per proseguire su questa attività invito i cittadini a segnalarmi coloro che, anche in piccole azioni, contribuiscono a migliorare la nostra città e a prendersi cura degli altri: matteo.iori@comune.re.it”.