MILANO – Sono aperti due nuovi bandi messi a disposizione come ente erogatore direttamente dal Pio Istituto Sordi (PIS) per finanziare diversi progetti con attività aggregative, educative, culturali, sportive o di sensibilizzazione e favorire così l’inclusione delle persone sorde.
di Renato La Cara
Si tratta di due tipologie diverse di bandi, uno nazionale con scadenza 31 maggio è finanziato con fondi propri, mentre il secondo bando, che termina il 30 giugno, è riservato a progetti attuati a Milano e nei 56 comuni delle aree sud-ovest, sud-est e Adda Martesana, promosso in collaborazione con Fondazione di Comunità Milano, presso cui il PIS ha attivo un Fondo Sordità permanente creato in memoria dei Benefattori milanesi, primo tra tutti il fondatore Conte Paolo Taverna.
“Come tutte le attività del PIS, che oggi è Fondazione di erogazione di contributi, anche questi due bandi sono pensati per sostenere organizzazioni senza scopo di lucro di qualsiasi ambito dallo sport alla cultura, dalla scuola al tempo libero, dall’inclusione lavorativa alle relazioni sociali e alla religione che intendono realizzare progetti e iniziative per favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità uditiva nel quotidiano”. A dirlo a Ilfattoquotidiano.it è Stefano Cattaneo, direttore del Pio Istituto Sordi. I bandi hanno una dotazione rispettivamente di 80mila euro e 30mila euro. Il bando nazionale prevede l’ammissibilità di progetti del costo totale di 20mila euro, con un contributo ciascuno massimo erogabile di 7mila (salvo diverse valutazioni del PIS in deroga), mentre per il Fondo Sordità Milano il contributo massimo erogabile è di 5mila euro a progetto. “Valuteremo ogni progetto che abbia come focus l’inclusione delle persone sorde – spiega Cattaneo – e metta la persona sorda al centro, in linea con le raccomandazioni della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e con lo spirito della nostra Fondazione”.
“La condizione della sordità è tanto diffusa quanto sommersa” riferisce il direttore del PIS. Secondo l’OMS, nel mondo sono circa 460 milioni le persone in condizione di perdita dell’udito di cui 34 milioni in età infantile, con un progressivo incremento nel prossimo futuro. In Italia le persone che hanno una perdita uditiva sono circa 5 milioni di cui il 75% ha una perdita uditiva leggera o media e il 5% grave o profonda. La maggior parte di loro ha perso l’udito dopo l’acquisizione del linguaggio, soprattutto a partire dai 50 anni di età. Un terzo delle persone sopra i 65 anni convive con una perdita di udito. In Europa la perdita di udito coinvolge oltre 34 milioni di persone ed è considerata condizione, a vario titolo, disabilizzante. La sordità neonatale è la più frequente disabilità sensoriale congenita e, sempre secondo l’OMS, incide in circa 1-4 casi ogni mille abitanti. In Italia sono almeno 90mila le persone con disabilità uditiva (certificati ai fini INPS), con un’incidenza intorno all’ 1,5%. “Perdere l’udito in età precoce spesso significa incorrere in difficoltà di acquisizione del linguaggio con tutto ciò che ne consegue: disagio, rischio di isolamento, difficoltà di comunicazione e relazione”, affermano dal Pio Istituto Sordi. “Le opportunità messe costantemente a disposizione da noi sono molte, tutte focalizzate sull’abbattere le barriere che incontra chi convive, a diverso titolo, con la sordità e siamo felici di valutare e accogliere idee e progetti innovativi e mirati” riferisce Daniele Donzelli, presidente del PIS.
Anche con lo scoppio della pandemia di Covid-19 la Fondazione non si è fermata: sono state distribuite mascherine trasparenti per consentire la labiolettura, sono stati organizzati eventi sportivi come il progetto sostenuto da Fondazione Vodafone “Campioni Sordi ieri, oggi e domani”, sono state erogate borse di studio per giovani universitari con sordità (opportunità tuttora attiva con un bando ad hoc in scadenza al 30 settembre), è stata avviata una collaborazione per l’attivazione di uno sportello di consulenza psicologica gratuito per i soggetti più isolati a causa dei lockdown e sono state, infine, sostenute iniziative all’estero destinate alle persone con disabilità uditiva nei paesi in via di sviluppo. Dopo quasi 2 anni e mezzo di pandemia, adesso quali sono i bisogni e le necessità più importanti a cui occorre dare risposta il prima possibile? “La sordità spesso è non percepita perchè è una disabilità che “non si vede” ma che ha una forte incidenza sulla qualità della vita quotidiana e delle relazioni” afferma al Fatto.it Cattaneo. “La mancanza di contatto visivo e i rumori, come nei luoghi troppo affollati sono una evidente barriera alla comunicazione. Anche la mascherina, che ci sta ancora accompagnando nelle relazioni sociali, è un evidente ostacolo alla comprensione per un sordo (non a caso il PIS aveva distribuito mascherine trasparenti in pandemia). La vita scolastica, lavorativa e di relazione oggi, con percorsi di educazione precoce per l’apprendimento del linguaggio o trattamenti terapeutici e screening alla nascita possono essere del tutto compatibili con il concetto di “vita normale”, ma la sordità è da attribuirsi anche a cattive abitudini. Si stima – aggiunge il direttore del PIS – che 1,1 miliardi di giovani nel mondo siano a rischio sordità per il cattivo uso di auricolari e musica ad alto volume. Anche per questo serve fare informazione per far conoscere questa condizione, che non è certo rara e che per certi versi è possibile prevenire”.
Infine segnalano dalla Fondazione che da inizio 2022 è online il nuovo sito web, “una vetrina più moderna e intuitiva, ricca di informazioni per conoscere la storia, le attività, i progetti svolti e le opportunità per realtà onlus e singoli individui coinvolti a vario titolo con la disabilità uditiva”. Nata come istituzione scolastica nel lontano 1854, la Fondazione ha mantenuto negli anni il suo ruolo di guida per le famiglie e le persone che devono fare i conti con la sordità e gli enti che si adoperano per abbattere pregiudizi e barriere favorendo l’inclusione a scuola, al lavoro e nelle relazioni sociali quotidiane. La sua trasformazione da Istituto pedagogico in Fondazione di erogazione di contributi la rende oggi una delle realtà di riferimento nel Terzo Settore per questa forma specifica di disabilità. Il PIS partecipa stabilmente anche al Tavolo Disabilità sensoriali del Comune di Milano, collabora con l’Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza sociale (UNEBA), alla Commissione Gioco al Centro – Parchi gioco per tutti della Fondazione di Comunità Milano Città Sud Ovest ed Est Martesana. “La sordità influisce molto sulle relazioni interpersonali e sociali – confermano dal Pio Istituto dei Sordi – per cui serve sensibilizzare le Istituzioni e la società civile su quanto sia importante fare qualcosa ogni giorno per abbattere barriere che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare. Questo, soprattutto per bambini e giovani, alle prese con l’inserimento a scuola, le amicizie, lo sport e il mondo del lavoro”.