Ho letto con molto interesse l’articolo di Giacomo Galeazzi sul riconoscimento della LIS.
E’ vero che più volte si dice che è finalmente riconosciuto un diritto per chi vuole usare la Lis; però non c’è alcun accenno al fatto che oggi quanti debbono usare la Lis sono molti meno dei sordi “oralisti”, i quali, specie i giovani, a seguito delle protesi acustiche e, nei casi di sordità profonda particolare, grazie agli impianti cocleari, riescono a sentire e a parlare avendo seguito anche degli ottimi corsi di logopedia.
Concordo che un diritto all’eguaglianza deve essere riconosciuto anche a poche persone; però fortunatamente la norma legislativa di riconoscimento ha omesso il riferimento all’art. 6 della Costituzione che tutela le “minoranze linguistiche”, contenuto nella prima bozza della proposta di legge. Infatti i sordi segnanti, anche se pochi, non possono giuridicamente configurarsi come “minoranza linguistica”, concetto di natura politico-giuridico internazionale che si fonda su aspetti storico-costituzionale che coinvolgono anche il concetto di nazione. Non esiste una “nazione sorda” o una “comunità sorda”, se non altro perché, oggi, ci sono molti sordi che, pur rimanendo giuridicamente qualificati come non udenti, riescono a parlare.
Il diritto alla Lis è stato giustamente e doverosamente riconosciuto come diritto “individuale” e non come diritto “collettivo” di una piccola comunità nazionale in seno ad una più ampia comunità di differente nazionalità.
Salvatore Nocera della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap)