15 giugno 2021 – Dopo il primo passo compiuto con il decreto Sostegni, continua l’esame delle proposte di legge per la tutela delle persone sorde e dei loro figli: in audizione Fish, che rivendica il “diritto alla parola” e l’importanza dell’oralismo per la piena inclusione.
Ens ribatte: “Lis utile anche per apprendere l’italiano”. Disattesa la richiesta di sottotitolare il confronto: “Il sistema ancora non lo permette”
Chiara Ludovisi
Non c’è l’interprete Lis e non ci sono i sottotitoli nella seduta della Commissione Affari sociali della Camera dedicata alle audizioni, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge sul riconoscimento della lingua dei segni italiana e disposizioni per la tutela delle persone sorde e dei loro figli.
Un dettaglio significativo, rilevato da Antonio Cotura, vicepresidente della Fish, alla fine della sua relazione: “Chiedevo qualche mese fa di avere la sottotitolazione in questi nostri dibattiti, per permettere alle persone sorde di intervenire. La modalità è semplice, fruibile, diffusa”. Risposta: non è ancora possibile, ma “la presidenza della Commissione ha dato mandato agli uffici di verificare la possibilità di avvalersi di una soluzione che consenta di integrare alle immagini la sottotitolazione generata dal sistema di trascrizione del parlato in uso presso la Camera – ha spiegato la presidente della Commissione Marialucia Lorefice – L’integrazione dei sistemi di videoconferenza, trascrizione e trasmissione tramite web tv, in collaborazione con i partner tecnologici sta per giungere alla fase sperimentale – ha però assicurato – e la Commissione potrà avvalersene non appena il test di funzionamento avrà esito positivo. Siamo fiduciosi che presto si potrà usufruire di questo sistema, sicuramente utile”.
Se quindi sul “metodo” c’è ancora da lavorare, anche nel “merito” delle proposte l’accordo pare ancora lontano. Dalle audizioni è infatti emersa con evidenza la distinzione, all’interno della stessa comunità sorda, tra chi vede nella Lis uno strumento d’inclusione e chi, al contrario, vede in essa una minaccia alla piena indipendenza e integrazione sociale della persona sorda. Emblematici, in tal senso, gli interventi dello stesso Cotura, in rappresentanza della Fish e, dopo di lui, di Costanzo del Vecchio, segretario generale dell’Ens, in rappresentanza della Fand.
“Ci stiamo occupando di una materia complessa, visto che in cinque legislature non si è giunti a un testo condiviso – ha fatto innanzitutto notare Cotura – L’Italia per prima, già dal 1977, permette ai bambini sordi e disabili di frequentare le scuole di tutti: ogni proposta legislativa dovrebbe dunque esaltare questo primato del nostro Paese”. Per quanto riguarda più specificatamente la Lis, “tutte le persone sorde hanno un residuo uditivo, che deve essere sfruttato, mentre pochissime sono le persone sorde totali. E’ fondamentale quindi la diagnosi precoce come garanzia da parte dello Stato, perché solo questa permette interventi abilitativi efficaci soprattutto nei primissimi anni di vita. Le proposte di legge sono però distanti da questo modo di concepire la garanzia del diritto, che invece deve essere evidenziato nel testo unificato, chiarendo che l’obiettivo prevalente deve essere l’inclusione piena. E’ vero che la Convenzione Onu richiama i termini di riconoscimento e promozione della Lis – ha aggiunto – ma la ratio effettiva della Convenzione non è promuovere la Lis, quanto piuttosto garantire interventi che rendano le persone autonome e indipendenti. Una persona che dipende da un interprete Lis non ha conquistato l’indipendenza: l’unico modo è renderla padrona della lingua italiana e capace di confrontarsi con tutti. Ciò non toglie, naturalmente, che in casi di necessità individuale si debba poter utilizzare la Lis e che questo debba dunque essere garantito”.
Si opinione diversa Costanzo Del Vecchio segretario generale dell’Ens che, “insieme alla Fand, giudica positivamente le proposte di legge presentate, perché tutte ammettono la necessità del riconoscimento della Lis.
Con l’approvazione dell’articolo 34-ter del decreto Sostegni, anche l’Italia ha finalmente riconosciuto la Lis, come previsto dalla Convenzione. Abbiamo colmato un gap di quasi 10 anni, da quando cioè il nostro Paese ha recepito la Convenzione Onu.
Ora occorre la corretta attuazione di questo riconoscimento. Le persone sorde profonde in Italia sono oltre 60 mila – ha chiarito -, con un residuo uditivo bassissimo che rende impossibile acquisire capacità logopedica. Ens e Fand sono comunque da sempre favorevoli al bilinguismo – ha specificato- quindi all’apprendimento sia della lingua verbale che della Lis, la quale peraltro facilita l’acquisizione della stessa lingua verbale. Fino ad oggi è mancata la possibilità di avere professionisti con una preparazione uniforme, che possano dare un supporto qualificato alle persone sorde per abbattere barriere comunicative. Pensiamo anche soltanto al tribunale, dove attualmente la persona sorda nei procedimenti è lasciata priva del supporto di professionisti adeguatamente preparati e quindi non godono della tutela cui hanno diritto. Lo stesso avviene a scuola, dove accanto agli studenti sordi si trovano spesso assistenti privi di una preparazione adeguata e omogenea. Questo deve cambiare e confidiamo che cambierà”.