Così Rete sulla proposta per la tutela delle persone con disabilità sensoriali e per la rimozione delle barriere comunicative presentata dalla segreteria di Stato per la Sanità in collaborazione con la segreteria di Stato per gli Affari Interni nella sessione consiliare appena conclusa.
“Partendo da un’Istanza d’Arengo approvata dal Consiglio Grande e Generale nel 2019 per il riconoscimento della Lingua dei segni, si è colta l’occasione per ragionare di ampliare la tutela a tutte le disabilità sensoriali, ovvero cecità, sordità, sordo-cecità ma anche a coloro che, pur non avendo disabilità sensoriali in senso stretto, hanno difficoltà comunicative, ad esempio conseguenti a sindromi – sottolinea in un comunicato il movimento di governo -. Significativa è l’introduzione della tutela di espressione e il diritto alla libera scelta delle persone con disabilità sensoriali e delle loro famiglie in merito alle modalità di comunicazione, ai percorsi educativi e agli ausili utilizzati (come ad esempio la Lingua dei segni, l’oralismo, il bilinguismo ecc..). Ognuno ha il diritto di esprimersi come preferisce per facilitare il raggiungimento dello sviluppo della persona e della sua piena inclusione sociale”.
E non solo: “La proposta apre a nuove occasioni di formazione con l’opportunità di avviare nuovi corsi universitari per la creazione di figure professionali come interpreti e assistenti alla comunicazione, molto richiesti anche in Italia, ma dove purtroppo l’offerta di corsi formativi non sopperisce alla domanda. All’interno delle scuole si introduce la figura dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione per un sostegno specifico all’alunno con disabilità sensoriali, così come si inserisce un vero e proprio impegno da parte dell’amministrazione pubblica di attrezzarsi per eliminare le barriere comunicative in tutti i settori istituendo un registro per interpreti Lis o la traduzione della documentazione in braille per garantire che le persone sordocieche possano essere messe nella condizione di accedere agli atti giudiziari”.
Accessibilità al patrimonio storico e culturale, inclusione sociale anche nei luoghi di lavoro e partecipazione paritaria “devono essere diritti garantiti nella società”, afferma Rete che infine aggiunge: “Con la proposta di legge oggi questi obiettivi assumono un significato pieno e concreto per migliorare la qualità della vita delle persone fragili. Per questi motivi il movimento Rete plaude al progetto e ogni azione utile a eliminare ogni limite al pieno sviluppo della persona e alla sua partecipazione alla vita collettiva”.