Il Covid-19 non ferma il desiderio di incontrarsi e di pregare dei giovani e così anche quest’anno si terrà la Veglia dei giovani con il vescovo Claudio, che avrà come tema il versetto evangelico «Non c’era posto per loro», tratto dal vangelo di Luca (Lc2,1-7) e sarà accompagnata da un’immagine realizzata da Giovanna Marin.
La Veglia non sarà in presenza ma in modalità on line, trasmessa in streaming sul canale youtube della Diocesi di Padova, dalla basilica di Sant’Antonio di Padova, giovedì 10 dicembre, con inizio alle 20.30.
Tra i fili conduttori del momento di preghiera ci sarà, infatti, anche la figura di sant’Antonio, la sua esperienza, la sua testimonianza di vita.
«Desideravamo proporre ai giovani un momento di preghiera in preparazione al Natale, anche se non potevamo farlo nella gioia dell’incontro personale come gli altri anni – commenta don Paolo Zaramella, direttore dell’Ufficio di Pastorale dei giovani della Diocesi di Padova – Abbiamo pensato a una formula che permettesse comunque di sentirsi in comunione tra coetanei e con il vescovo Claudio che sarà in basilica di Sant’Antonio e si farà portavoce della preghiera dei giovani e pellegrino alla tomba dove stenderà la mano nel gesto di devozione. Quest’anno ci siamo fatti ispirare dalla figura di sant’Antonio, anche lui era un “giovane uomo”, e abbiamo pensato di rileggere la sua vita, le fatiche, l’impegno, anche le sue sconfitte, per renderlo un santo e un testimone ancora più vicino al vissuto dei nostri giovani in questo tempo».
Accanto alla figura di sant’Antonio c’è il suggerimento evangelico che fa da tema della Veglia «Non c’era posto per loro». «Tante volte – riprende don Paolo Zaramella – sembra che i giovani non riescano a trovare posto nella realtà di oggi, nel lavoro; altre volte sono loro stessi che non riescono a trovare posto per Dio nella loro vita. In questo momento di preghiera vogliamo ricordare che c’è qualcuno che trova sempre spazio e tempo: è il Signore che nasce tra di noi».
Tra le novità di questa edizione on line della Veglia c’è anche la traduzione simultanea nella LiS, la lingua dei segni italiana.