BARI – C’è un gruppo di gente dinanzi all’altare della chiesa della Madonna di Pompei, ad Andria, poco prima che la celebrazione domenicale inizi. Guardano attenti a ciò che una donna vestita di scuro comunica loro muovendo le mani e il viso. È un traduttore Lis, la lingua italiana dei segni. E loro, un gruppo di non udenti, soddisfatti annuiscono. Perché a partire da ieri e ogni ultima domenica del mese fino a maggio prossimo, la messa sarà tradotta in Lis.
L’iniziativa è della Diocesi di Andria. “Abbiamo deciso di far tradurre la messa per consentire ai fratelli sordi di poter partecipare attivamente all’eucarestia”, spiega don Gianni Massaro, direttore dell’ufficio Catechesi della diocesi di Andria. La messa, trasmessa anche in tv per dare la possibilità a chi non può raggiungere la chiesa di ascoltare la Parola aiutando ad abbattere le barriere.
Il tema scelto dal vescovo, monsignor Luigi Mansi, per l’anno pastorale in corso: “Si prese cura di Lui”, ispirato alla parabola del buon samaritano. “Ci siamo dati quest’anno, come programma pastorale quello del prenderci cura, soprattutto delle persone svantaggiate”, ribadisce monsignor Mansi.
La traduzione ha riguardato tutte le parti della messa, compresi i canti. “Sono tante le persone sorde nella diocesi di Andria ma accanto alla sordità fisica c’è anche una sordità del cuore che tante volte alza barriere e non ci consente di ascoltare il grido di chi vive varie forme di disagio – aggiunge don Gianni – questa iniziativa mira ad abbattere e a vincere soprattutto questa seconda sordità”.