“Tutte le storie hanno un inizio – mi racconta Raffaella Cucchi, presidente dell’associazione Perché io Segno – la nostra comincia con una telefonata e la voce di uno uomo che inizia dicendo ‘Dottoressa è la Questura di Viterbo, dobbiamo prendere la denuncia di una ragazza sorda, può venire a farle da interprete domani?’
Da quella esperienza ho capito che la vita di un sordo è davvero dura se deve far valere i suoi diritti; ero abituata alle loro difficoltà quotidiane, condivido le mie giornate con Federica Miralli, che è sorda da quando aveva un anno di vita ma fin lì non avevo mai visto da vicino necessità giudiziarie. Così ci siamo guardate e la decisione era presa, piccola conversazione concitata in Lis (Lingua dei segni Italiana), occhi sgranati dei clienti di un bar di Viterbo, attiriamo sempre un pochino d’attenzione, e le basi dell’associazione culturale erano gettate”.
Nasce così Perché io Segno, la realtà attiva nel territorio di Viterbo per l’integrazione delle categorie svantaggiate e il sostegno alle persone sorde. L’obiettivo è dare strumenti alla comunità non udente, per un piena inclusione sociale e valorizzazione umana. Creare e rafforzare la rete territoriale, finalizzata all’abbattimento delle barriere della comunicazione.
“Ci impegniamo per il riconoscimento della Lingua dei Segni da parte dello Stato – prosegue la presidente – Stiamo per avviare i corsi che formeranno i futuri interpreti ed assistenti alla comunicazione. È dura, la burocrazia è tanta, ma siamo fiduciose che in tempi brevi avremo tante mani in giro che esprimeranno concetti forti e aiuteranno chi purtroppo non può avvalersi dell’udito”.
A differenza degli altri paesi europei, l’Italia non si è ancora dotata di una legislazione che renda operativo quanto previsto dalla Convenzione ONU, che di fatto prevede per gli Stati che la adottano il riconoscimento, promozione e diffusione della propria Lingua dei Segni. “La necessità di offrire i corsi di formazione si affianca alla ricorrenza del riconoscimento Lis da parte del Comune di Viterbo, prima città del Centro-Sud ad averlo fatto, avvenuta nell’agosto del 2013”.
Esistono diversi tipi e gradi e tipi sordità e diverse scelte linguistiche: ci sono bambini e adulti sordi che utilizzano la lingua vocale, altri che usano la Lingua dei segni, altri ancora che uniscono la Lingua dei segni, a quella vocale. La Lingua dei segni richiede un livello di attenzione visiva di cui le altre lingue non necessitano, per questo la persona sorda è messa nella condizione di imparare a cogliere i particolari con gli occhi, migliorando l’attenzione, la percezione e la memoria visiva.
“La sordità è una disabilità invisibile – prosegue appassionata – Per questo non sempre si comprendono le esigenze. Rendere la sordità visibile, per ciò che è, anche con tutte le sue difficoltà relazionali e comunicative è il nostro impegno. Far emergere le qualità, rafforzare la fiducia, accompagnare le persone sorde verso l’autonomia, per garantire l’inclusione di tutti i membri di una comunità”.
Per conoscere meglio l’associazione www.percheiosegno.it.
Fonte: https://www.lamiacittanews.it