Vi racconto la mia esperienza e il mio approccio al linguaggio LIS, un mondo diverso con cui comunicare, il movimento delle mani.
Sono sempre stata affascinata dal movimento delle mani, c’è una certa poeticità nascosta nel diverso modo che ognuno ha di muoverle. Si capisce qualcosa in più di una persona se le muove scattosamente, o le ondeggia delicatamente, o gesticola di frequente, è come leggere un linguaggio non verbale a cui forse si fa caso solo inconsciamente. Questo è il motivo principale per cui mi sono avvicinata alla LIS
(Lingua italiana dei Segni). Ogni volta che in treno vedevo due persone che lo utilizzavano ne rimanevo ipnotizzata, e ogni volta cercavo di decifrare quei movimenti che mi sembravano così criptici ma così carichi di contenuti.
Alla scoperta di un mondo diverso
Ho frequentato così un corso di sensibilizzazione messo a disposizione dall’Università degli Studi di Salerno, durante il quale ho avuto modo di prendere contatto diretto con dei sordi e figli di sordi, i cosiddetti C.O.D.A. (child of deaf adults) nostri insegnanti, che ci hanno seguito pazientemente e ci hanno guidato alla scoperta di questo mondo. Innanzi tutto abbiamo imparato che la LIS ha una sua grammatica che è lontana e diversa da quella italiana, che possiede un suo vocabolario fatto di cheremi, allocheri e configurazioni ,e richiede tempo per essere padroneggiata. Ho appreso che nella storia i sordi non hanno avuto vita facile e che hanno dovuto imporsi per continuare a poter praticare la LIS perché ritenuta “dannosa” per la parola, fino a quando il diritto al suo utilizzo fu riconosciuto nel 1989 dal Parlamento Europeo.
I sordi ascoltano con gli occhi
Ho imparato che i sordi ascoltano con gli occhi e che esiste un segno che è quello di “ascoltare” che lo descrive alla perfezione perché vuole il luogo della sua configurazione sugli occhi. Da qui ho capito da dove deriva il fascino per questa lingua: senza l’utilizzo della parola o di suoni con i solo strumento delle mani accompagnate dalle espressioni del viso può praticamente illustrare ogni luogo, sentimento,parola, cosa, aggettivo,emozione, persona, e comunicarla.
Ho imparato che i sordi possono percepire le vibrazioni e che quindi il suono si può toccare e per questo anche i sordi possono ascoltare la musica, sentire le onde del mare, sentire il battito del cuore, o un tono di voce. E dietro tutto questo c’è un mondo. Per cui la mia conclusione è : “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Non ci sono barriere più alte per chi non le vuole superare.
Festival del cinema
Esiste un festival del cinema sordo detto cinedeaf, qui di seguito un cortometraggio
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