Il gesto ha la voce di Sighanda

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Prendiamo posto tra le poltrone del Sociale, ognuno con un palloncino nero in mano, ancora da gonfiare. Lo scambio incrociato di gesti che ci circonda ci fa sentire tagliati fuori dal discorso. Una cartolina dalla stampa lenticolare spiega come dire grazie, ma non servirà a molto; nemmeno il flyer con l’alfabeto completo, che non riusciremmo a imparare prima dell’inizio del concerto.

di Beppe Donadio

Ma vogliamo farci perdonare, e facciamo del nostro meglio sin dall’inizio, applaudendo Sighanda come il linguaggio dei sordi vuole, alzando le mani aperte e ruotando i polsi rapidamente, in uno sventolio di palmi che è un piccolo trionfo già su ‘Ba’al Hammon’, brano d’apertura di un concerto e di un album che sono un crocevia di popoli, contenuti, suoni, immagini e lingue, inclusa quella dei segni

‘Mitofonie in Lis’ è la riproposizione in chiave live dell’intero album ‘Mitofonie’, reso fruibile anche ai sordi grazie al doppio canto (voce e segni) della protagonista – con familiari non udenti – e di Giancarla Callitri, inteprete di Lis che integra in tempo reale quanto già non cantato dall’artista. La fusione di sensi di Sighanda (all’anagrafe Dominique Fidanza), i cui segni grafici si trovano in splendida mostra tanto nel curato packaging del cd che nei live visuals (proiezioni ‘suonate’ da Roberto Mucchiut) può dirsi così interamente compiuta. I profumi del mediterraneo, infatti, arrivano dalla lingua siciliana, che traina quella italiana e apre a incursioni in francese che sono imprevedibile aggiunta al piacere sonoro complessivo.

Crocevia, si diceva. L’album unisce Sardegna (Caterina Angela Fadda, Marco Boi), Sicilia (Carmelo Graceffa), Spagna (Edurne Arizu, Carola Ortiz, Leo Torres) e un violoncello dalla ‘fredda’ Svezia (Björt Runarsdottirs). Esecuzioni ‘miscelate’ alla maniera di Taketo Gohara, quello del Brunori più ‘sonoro’ di sempre in ‘A casa tutto bene’. Che Sighanda sia artista unica lo sa bene questo giornale (di tanto in tanto le sue opere illustrano al meglio le parole di tutti noi). Con l’ascolto, di lei, si scopre il resto. ‘Mitofonie’ contiene storia moderna e antica, estratti dalla mitologia greca, momenti prettamente umani come lo sterminio nazista cantato in ‘Oświęcim’ e gli umani luoghi comuni narrati nella cantautorale ‘Accura’

Tra tutto il buono visto e ascoltato, un colpo al cuore arriva sia dal vivo che su disco quando in scena va la storia dello scultore Filippo Bentivegna (siciliano di Sciacca), un’artistica pazzia che acquisice forma canzone ed ulteriori brividi nella splendida ‘Filippu di li testi’. E giusto al centro dello spettacolo – poco più in là della metà del cd –  c’è un momento per soli voce e chitarra che diventa musica d’insieme quando dal fondo della sala sfila una rappresentanza dell’Associazione New ability, che raggiunge la protagonista sul palco per eseguire ‘La volpe’. È in quel momento che il gesto prende voce, e canta.

http://www.laregione.ch

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