Così Stefano Cattaneo, direttore del Pio istituto dei sordi di Milano, definisce la legge approvata dal Consiglio regionale. “Si poteva fare di più, predisponendo un testo rivolto a tutto il mondo della disabilità uditiva, non solo a chi sceglie di utilizzare la Lis”
MILANO – “Un’occasione persa”: così Stefano Cattaneo, direttore del Pio istituto dei sordi di Milano, definisce la legge della Lombardia che riconosce la Lingua dei segni (Lis). È stata approvata ieri dal Consiglio regionale all’unanimità (vedi lancio precedente), “Ma si poteva fare di più -aggiunge Cattaneo- predisponendo un testo rivolto a tutto il mondo della disabilità uditiva, non solo a chi sceglie di utilizzare la Lis”.
Il mondo dei sordi è storicamente diviso tra chi ritiene che la Lis debba essere lo strumento principale di comunicazione e chi invece opta per altre soluzioni. Il direttore dell’Istituto dei sordi vuole andare oltre le polemiche. “Ciò che è importante è la tutela dei diritti delle persone -aggiunge-. Quindi fermo restando la libertà di scelta, la legge regionale poteva affrontare anche tutti gli altri aspetti, così da dare una tutela a tutte le persone con disabilità uditiva”.
(31 luglio 2016)