MANIpolare in 3d: progetto tutto italiano

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L’Italia è piena di talenti, giovani e meno giovani, piccoli grandi eroi che hanno idee, spesso poco conosciute ai più. Idee brillanti, nate dal caso, dall’incontro con persone che si sono frapposte tra noi e il nostro cammino fortuito, verso un obiettivo non ben precisato. Eppure tra noi e il nostro obiettivo può arrivare l’illuminazione, il genio, quell’idea rivoluzionaria che può cambiare noi e il destino di tanti.

di Silvestra Sorbera

manipolare

Questa è la storia di Elena Dall’Antonia, giovane triestina che ha realizzato un kit ludico-educativo a basso costo realizzato con stampa 3D ad Arduino, come sussidio all’apprendimento della dattilologia LIS. Con LIS s’intende ‘la lingua italiana dei segni (o lingua dei segni italiana), spesso chiamata con la sigla ‘LIS’: è la lingua adottata nella comunicazione dalle persone italiane sorde che si riconoscono membri di una comunità minoritaria, non territoriale, fondata sull’affermazione di un’identità linguistica e su una visione socioculturale positiva della sordità. La LIS è anche lingua materna di alcuni udenti italiani, per lo più figli di persone sorde, ed è lingua seconda di molti altri udenti, generalmente operatori dei settori scolastico e socioassistenziale. Le persone che formulano messaggi in lingua dei segni sono dette ‘segnanti’.

La LIS è emersa spontaneamente ed è stata sviluppata nel corso del tempo da una collettività priva dei mezzi sensoriali necessari a esprimersi con la voce, perciò si compone di segni di natura visivo-gestuale, che coinvolgono la parte superiore del corpo, in particolare il capo, il viso e le spalle. Lo spiega la stessa Dall’Antonia, che ha realizzato le ventisei maninine in 3d come progetto per la sua tesi di laurea, dall’alloro sulla testa ad oggi, sta cercando di ‘brevettare’ il suo nobile e utile progetto.

MANIpolare per comunicare‘, questo il nome del progetto, è nato per caso, uno di quei casi che si frappongono tra noi e la vita. Elena, giovane studentessa, stava facendo un tirocinio pre-laurea e nel frattempo cercava un argomento per la sua tesi. Nel corso del suo tirocinio presso lo Scientific FabLab di Trieste incontra una scolaresca in visita nei laboratori scientifici. Tra i tanti studenti in visita c’era anche una ragazza sorda accompagnata dall’assistente per la comunicazione. Da questo fortunoso e alquanto casuale incontro, nascono le manine in 3d di Elena.

La giovane, all’interno del FabLab realizza le forme delle mani unendo gioco e insegnamento, creando qualcosa di importante sia per l’integrazione scolastica sia per le famiglie, che si trovano a dover affrontare il problema della sordità di un figlio. Elena si mette all’opera e realizza il kit che è costituito da 26 manine modellate e stampate in 3D (una per ogni lettera dell’alfabeto LIS) che possono essere stampate velocemente e a basso costo. Oltre alle manine, il kit comprende una mano robotica controllata da Arduino (ovvero una piattaforma che permette di realizzare a basso costo dei prototipi), utilizzabile insieme alle manine stampate per ricreare dei giochi interattivi per i bambini. Il bello del kit? Chiunque può costruire la propria mano robotica e ricreare il gioco che più preferisce.

L’obiettivo del progetto è creare un sussidio all’apprendimento del linguaggio dei segni per bambini sordi, sordociechi ed udenti in età infantile, che permetta di imparare più facilmente le nozioni, grazie al tatto e al gioco: utilizzare una mano robotica e manine colorate in 3d, rende l’apprendimento più divertente e stimolante per un bambino. Ma MANIpolare per comunicare può essere usato da chiunque, è un modo piacevole e invitante rispetto ai sussidi tradizionali per imparare e migliorare la dattilologia LIS. Il kit può essere utilizzato anche da bambini udenti o da adulti per avvicinarsi alla lingua dei segni.

Vediamo nel dettaglio questo kit. MANIpolare per comunicare è composto da: una mano robotica controllata tramite Arduino; ventisei manine dell’alfabeto LIS modellate e stampate in 3D (una per ogni lettera dell’alfabeto); una base modellata e stampata in 3D per far comunicare manine e mano robotica.

Per prima cosa” spiega la dottoressa Dall’Antonia nella presentazione del suo lavoro accademico, “dopo aver ideato generalmente il kit e dopo aver intervistato e consultato degli esperti in materia (assistenti alla comunicazione, educatori, psicologi e tiflologi), ho modellato in 3D ventisei mani per ricreare tutte le lettere dell’alfabeto LIS, in modo da poter essere stampate velocemente e a basso costo. Il kit di manine può essere utilizzato anche senza mano robotica come sussidio all’apprendimento dell’alfabeto LIS e per creare dei giochi per i bambini. Successivamente, ho progettato e costruito una mano robotica controllata da Arduino, utilizzabile insieme alle manine stampate in 3D per creare dei giochi interattivi per i bambini.”

Elena, il tuo kit con le ventisei manine è un modo per aiutare i bambini, le loro famiglie ma anche per far conoscere ai cosidetti ‘normodotati’ un modo nuovo per interagire?

Certamente. Il kit poi è realizzato come un progetto ludico-educativo quindi, trattandosi di bambini, il gioco è il miglior modo per apprendere. Il kit prevede anche una mano robotica che aiuta i bimbi ad interagire con il gioco. I piccoli utilizzano la mano robotica, che al momento ho programmato con due giochini, la mano propone una sorta di test e se i bimbi sbagliano la risposta la mano si affloscia, altrimenti, in caso di risposta esatta, la mano compie due giri si se stessa. In questo modo anche per i bimbi è molto più intuitivo capire se hanno sbagliato oppure no.

Con il kit bambini e adulti possono imparare più facilmente la dattilografia. Ma come funziona il linguaggio dei segni?

Nel linguaggio dei segni ogni gesto rappresenta una parola. Infatti in questo tipo di linguaggio non sono sole le mani a muoversi ma tutto il corpo lavora. La mimica facciale, il modo di muoversi, rappresentano e sono parte pregnante del linguaggio dei segni. Con il kit MANipolare il 3d le ventisei manine rappresentano le ventisei lettere dell’alfabeto. Per fare un esempio pratico. Se io devo dire con il linguaggio dei segni ‘Io mi chiamo Elena‘ per dire a prima parte della frase, ovvero ‘Io mi chiamo‘ esistono già dei segni precisi, ma per dire ‘Elena‘ no. Quindi io che mi presento con il linguaggio LIS dovrò dire il mio nome lettera per lettera e così la dattilografia ci viene in aiuto. Non esistono dei segni per i nomi propri e quindi vanno sillabati lettera per lettera, lo stesso vale perle parole straniere di uso comune.

 

Dove ti porterà questo lavoro?

Non saprei. Intanto mi sono messa all’opera per cercare di brevettarlo, anche perché non è facile oggi trovare fondi e finanziamenti.

Il kit può essere utilizzato come supporto all’apprendimento dell’alfabeto LIS e della dattilologia per bambini sordi, sordociechi e udenti, ma anche per adulti che vorrebbero avvicinarsi alla lingua dei segni (per esempio professori che devono insegnare in una scuola per studenti sordi e che devono imparare almeno le basi della lingua dei segni). Come già detto in precedenza, i programmi utilizzabili per la mano robotica hanno la funzione di allenare la memoria e di far familiarizzare l’utente con l’alfabeto LIS (Simon visual game), mentre il gioco ‘Impara la dattilologia‘ serve appunto per insegnare e dimostrare come funziona la dattilologia. Può essere utilizzato come supporto all’insegnamento per educatori, assistenti alla comunicazione, psicologi, ecc. Infatti il kit si presenta come un gioco, qualcosa di stimolante e divertente che attira molto l’attenzione dei bambini e che permette di apprendere giocando. Inoltre, come già detto, il kit può sostituire i sussidi bidimensionali e permettere all’educatore di creare molti giochi e di personalizzare al meglio gli strumenti didattici.

Il kit è soprattutto utile per l’inclusione dei bambini sordi in una classe di udenti, fungendo da aggancio sociale e comunicativo: i bambini possono utilizzare il kit come gioco e il compagno sordo può essere protagonista, avendo finalmente la possibilità di insegnare qualcosa agli altri bambini (la lingua dei segni); infatti il kit, soprattutto la mano robotica, incuriosisce e stimola il bambino e potrebbe invogliarlo a passare più tempo insieme al compagno sordo e ad imparare la lingua dei segni. Inoltre, il kit potrebbe essere utilizzato come progetto da creare in classe con i bambini: in questo modo si potrebbe instaurare un legame più forte tra bimbi udenti e compagni sordi. MANIpolare per comunicare è utile soprattutto per l’uso da parte di bambini sordociechi perché, a differenza dei bambini sordi, necessitano del tatto‘.

Ecco cosa è riuscita a realizzare una giovane italiana, un progetto ambizioso che sicuramente porterà giovamento a tante famiglie, aiuterà tanti bambini ma soprattutto sarà un valido supporto per le insegnati, un modo ludico per favorire l’integrazione scolastica fondamentale per un bambino.

http://www.lindro.it

 

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