di Salvatore Dimaggio
Arrivano importanti modifiche per le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità con le nuove norme. Il Governo ha disposto delle modifiche rilevanti perché gli assegni pensionistici vengono condizionati non soltanto dalla riforma del fisco e quindi dalla revisione delle aliquote IRPEF, ma anche come riflesso di una serie di modifiche sulle norme INPS che andiamo a vedere caso per caso
Le prime modifiche arriveranno alla fine di aprile e sono inerenti alla riforma del lavoro. Queste novità interesseranno le pensioni di vecchiaia e solo relativamente quelle di reversibilità e di invalidità. In base a quello che è stato anticipato dall’Esecutivo, rientra nella nuova riforma del lavoro la possibilità dell’uscita anticipata con Opzione Donna. Dunque le lavoratrici potranno andare in pensione prima e rispettivamente ai 58-59 anni di età con 35 anni di contributi.
Varie novità dall’esecutivo sugli assegni INPS
La novità è che non si terrà conto della presenza o meno dei figli e dunque si ritorna alla normativa precedente. Un’altra misura pensionistica che può essere modificata con la nuova riforma del lavoro di aprile è lo sconto contributivo per i contributi figurativi relativi a tutte le donne con figli. Il Governo per contrastare il crollo della natalità punta a valorizzare ogni figlio avuto anche se il meccanismo dello sconto sui contributi non è ancora chiaro.
Anche sulle pensioni di invalidità è attesa una novità ad aprile con il nuovo Decreto Invalidità. Secondo le ultime indiscrezioni gli importi delle pensioni di invalidità dovrebbero essere modificati.
C’è attesa per importi più decorosi per questo tipo di aiuti statali troppo bassi ma non c’è certezza. Con il Decreto Invalidità si attendono nuovi aiuti e la possibilità di scegliere tra sostegni economici e servizi focalizzati sulla persona.
Reversibilità: la Corte di Cassazione ha cambiato le cose
Per quanto riguarda le pensioni di reversibilità si attendono novità relative alla svolta operata della Corte di Cassazione. La Cassazione ha stabilito il diritto a percepire la pensione di reversibilità dei superstiti e che questo deve riguardare anche il coniuge separato con addebito e non solo se il coniuge percepisce l’assegno alimentare. Con la novità della Cassazione che ora dovrà essere recepita, la pensione di reversibilità arriva anche per l’ex coniuge se non percepisce alcun assegno. In una recente sentenza la Cassazione ha stabilito che nel caso di cumulo di pensione di reversibilità con altri redditi non si può operare una decurtazione superiore ai redditi stessi.