di Mariano Acquaviva
Il percorso per diventare sacerdoti è lungo e complesso e, alla fine, è il vescovo a scegliere chi ordinare. Nel rispetto della gerarchia ecclesiastica, infatti, l’ultima parola spetta sempre a chi occupa il gradino più alto. Con questo articolo risponderemo, tra le altre, anche alla seguente domanda: un disabile può essere sacerdote?
Si tratta forse di un quesito che non ti sei mai posto ma che ora, leggendolo, ti porta a scavare nella memoria e a cercare di ricordare quanti preti sulla carrozzina o con evidenti handicap tu abbia visto in passato. Probabilmente la risposta è la seguente: nessuno. Ovviamente, non parliamo di invalidità sopravvenute a causa dell’età o delle malattie, ma di disabilità presente sin dal momento dell’ordinazione. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme se un disabile può essere sacerdote
Come si diventa sacerdote?
Cominciamo innanzitutto col vedere come si diventa sacerdote.
Come molti sapranno, chi aspira a far parte del clero deve innanzitutto entrare in seminario. Il seminario è l’istituto della Chiesa cattolica dedicato alla formazione dei candidati al sacerdozio.
Ci sono due tipi di seminario:
- il seminario minore è quello in cui si può conseguire il diploma di scuola superiore. Al termine, è possibile intraprendere una strada diversa dal sacerdozio, e quindi non proseguire con il seminario maggiore. In pratica, il seminario minore sostituisce le scuole secondarie;
- il seminario maggiore è invece dedicato ai maggiorenni già in possesso del diploma e consiste nel “corso di formazione” vero e proprio per i futuri sacerdoti.
L’età minima per entrare in seminario (maggiore) è di 18 anni; non c’è invece un’età massima, nel senso che ci si può iscrivere ed intraprendere il percorso per diventare sacerdoti anche da adulti.
Per entrare in seminario è necessario avere conseguito un titolo di scuola superiore, cioè il diploma. Il percorso dura almeno cinque anni, ma può essere abbreviato nel caso in cui si abbia già una laurea.
Al termine del seminario maggiore, si può essere ordinati e, quindi, diventare sacerdoti.
Ordinazione sacerdotale: chi decide?
Come anticipato in premessa, il fatto di aver compiuto l’interno percorso seminaristico non conferisce automaticamente il diritto a diventare sacerdoti: l’ultima parola, infatti, spetta sempre al vescovo.
Pertanto, il seminarista che supera brillantemente tutti gli esami potrebbe vedersi bloccato l’accesso al sacerdozio se, ad esempio, il vescovo non dovesse essere convinto della sua vocazione.
Questo importante potere conferito al vescovo risulterà decisivo per l’ordinazione di persone disabili. A breve vedremo perché.
Quali sono i requisiti per diventare sacerdote?
È direttamente il codice di diritto canonico [1] a stabilire quali sono i requisiti per diventare sacerdote.
Innanzitutto, viene precisato che l’adesione all’ordine clericale deve essere assolutamente libera: nessuno può essere costretto a diventare prete e, se durante il seminario dovesse emergere una qualche costrizione di questo tipo, verrebbe impedita l’ordinazione.
Per diventare sacerdoti occorre aver compiuto 25 anni, possedere una “sufficiente maturità” ed essere stati ordinati diaconi da almeno sei mesi (il diaconato è il ministero immediatamente precedente al sacerdozio). È possibile ottenere una speciale dispensa per diventare sacerdoti ancor prima dei 25 anni.
Oltre al limite d’età, il codice di diritto canonico impone altri requisiti; nello specifico, possono diventare preti solamente i seminaristi che, secondo il prudente giudizio del vescovo:
- abbiano una fede integra;
- siano mossi da “retta intenzione”;
- posseggano la scienza debita;
- godano di buona stima;
- siano di integri costumi e di provate virtù;
- siano dotati di tutte quelle altre qualità fisiche e psichiche congruenti con l’ordine che deve essere ricevuto.
Insomma: per diventare sacerdoti non basta essere colti e preparati, ma occorre essere in possesso di quella che, utilizzando una terminologia cara ai concorsi nelle forze dell’ordine, potrebbe essere definita come “condotta incensurabile”.
Il vescovo, quindi, potrebbe vietare l’ordinazione sacerdotale ai seminaristi con un passato dissoluto, che si sono macchiati di crimini oppure di condotte immorali (anche se non illecite) o, più semplicemente, che non dimostrano quell’adesione allo spirito cristiano necessaria per essere un buon prete.
Una persona invalida o disabile può diventare sacerdote?
Come visto nel precedente paragrafo, tra i requisiti previsti dal codice di diritto canonico ci sono anche le “qualità fisiche e psichiche” appropriate ai compiti che dovrà svolgere il sacerdote. È proprio qui che si pone la domanda che fornisce il titolo a questo articolo: un disabile può essere sacerdote?
Se la disabilità è grave, si deve escludere che si possa diventare preti. Dalla lettura della norma del codice di diritto canonico, infatti, sembra emergere la volontà di estromettere chi, per un handicap fisico o psichico, non possa adempiere al meglio il proprio compito. Insomma: anche per diventare sacerdoti occorre una “sana e robusta costituzione”.
Si pensi ad esempio alla persona paraplegica costretta sulla sedia a rotelle, oppure a chi ha perso l’uso della vista o dell’udito: in casi del genere, sarebbe davvero difficile svolgere il ruolo del sacerdote, per via dei tanti compiti che tale figura deve assolvere.
Da questo punto di vista la Chiesa ha operato una scelta molto pratica, ritenendo di poter “assumere” solamente persone che possano garantire il pieno svolgimento delle mansioni tipiche del prete.
Attenzione, però: come più volte detto, l’ultima parola spetta sempre al vescovo. Il codice parla infatti di “prudente giudizio del vescovo”, il quale è chiamato a giudicare se la disabilità sia davvero di ostacolo all’ordinazione sacerdotale.
Pertanto, non è possibile stabilire a priori se una persona disabile può diventare o meno sacerdote: tocca sempre al vescovo valutare in concreto la capacità del seminarista di poter assolvere ai compiti tipici del sacerdozio.
In linea di massima, però, deve ritenersi che alla persona affetta da grave disabilità il sacerdozio sia precluso.
[1] Canoni 1026 ss.
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