I. Pensioni 2023 a 62 anni di età ma anche a 58, 59 o 63 anni nuove opportunità

Andare in pensione nel 2023 avrà almeno 3 nuovi canali di uscita anticipata, anche se due di questi non sono autentiche novità

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di Giacomo Mazzarella – InvestireOggi

Anche se la versione definitiva della manovra non è ancora uscita, ed anche se siamo ancora alle bozze, sono tre le novità che si prevede per il capitolo pensioni nella manovra di fine anno. Al momento nessuna certezza. L’iter della legge di Bilancio è particolare, tra passaggi a Montecitorio e a Palazzo Madama, tra emendamenti di Camera e Senato e vidimazioni di Ragioneria di Stato e Corte dei Conti. E poi c’è sempre la necessità di mandare la manovra in Commissione Europea. In parole povere, lungaggini burocratiche che rendono l’idea sulle difficoltà nel varare la legge di Bilancio. Resta il fatto che, almeno per le pensioni, il governo sembra avere le idee piuttosto chiare.

“Mi chiamo Andrea, lavoratore dipendente oggi di 62 anni, con 37 anni di contribuzione versata. Sono padre di due ragazzi di 20 e 17 anni, ho moglie e sono invalido al 74%.

Non ho la carriera idonea alla pensione anticipata ordinaria, e nemmeno alla nuova quota 41. Ma ci sono potenzialità per il sottoscritto di poter raggiungere la pensione nel 2023? il governo cosa ha in serbo per chi non rientra nella quota 41?”

La pensione 2023 a 62 anni, come funziona?

62 anni in pensione nel 2023 per chi raggiunge la fatidica soglia dei 41 anni di contribuzione versata. Il numero 41 da anni ormai è di dominio pubblico nel mondo delle pensioni. E presto tornerà di strettissima attualità. La quota 41 è una misura che tutti i lavoratori vorrebbero strutturale ed aperta. E la vorrebbero pure i sindacati e una parte della politica (Lega soprattutto). Ma parliamo della quota 41 per tutti, misura che rimarrà solo un sogno e niente più.

In effetti la quota 41 che il governo varerà ormai al 100% o quasi, è destinata solo a chi raggiunge una determinata anzianità anagrafica. Infatti nel 2023 con la quota 41 potranno lasciare il lavoro solo quanti hanno almeno i 62 anni di età compiuti. Una misura però che inizia ad essere aperta a tutti. Anche se partendo da una età minima, si cambia rotta rispetto alla quota 41 oggi in vigore. Parliamo di quella per i precoci, che ha delle limitazioni di platea molto importanti. Infatti oggi per la quota 41 servono:

  • un anno di contributi prima dei 19 anni di età e non necessariamente consecutivi;
  • 35 anni di contribuzione effettiva;
  • svolgere una delle 15 mansioni gravose previste;

oppure:

  • essere un invalido al 74% almeno;
  • assistere un parente disabile grave se convivente, da almeno 6 mesi;
  • essere un disoccupato che da almeno 3 mesi ha terminato di fruire della Naspi.

In pensione anticipata nel 2023 senza una carriera superiore ai 40 anni

Nel 2023 con la nuova quota 41 diventano diverse le vie di uscita per chi ha carriere lavorative oltre i 40 anni. Potranno uscire con i soliti 42,10 o 41,10 anni (le donne) di contributi tutti i lavoratori a prescindere dalla loro età. SI tratta della pensione anticipata ordinaria. E potranno uscire con quota 41 coloro che completano le combinazioni previste che sono:

  • 62+41;
  • 63+41;
  • 64+41;
  • 65+41;
  • 66+41.

Chi non arriva a superare i 40 anni di contributi ha poche chance di andare in pensione se non ha compiuto i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. Ed il nostro lettore che ha 62 anni di età oggi, ed una carriera da 37 anni di contributi versati, è uno di questi. Ma la legge di Bilancio avrà alcune ulteriori misure di favore per questi lavoratori. Non si tratta di novità, come detto, ma di proroghe di misure in scadenza. Partiamo dalle lavoratrici, che con carriere più lunghe di 40 anni hanno a disposizione le pensioni anticipate ordinarie con 41 anni e 10 mesi di contributi, o avranno la possibilità a 62 anni del nuovo canale di quota 41. Ma avranno anche la pensione con il loro regime contributivo sperimentale donna.

In parole povere, ancora una volta opzione donna.

Come funziona opzione donna nel 2023

La misura verrà prorogata ancora una volta ed anche per il 2023. Sono ormai anni che opzione donna va in scadenza, ma che alla fine viene rinnovata. Ormai è una prassi costante. Restano invariati i requisiti e cambia solo la data entro cui maturarli. E resta inalterato anche il meccanismo che prevede:

  • 12 mesi di finestra mobile (pensione che decorre 12 mesi dopo la maturazione del diritto);
  • pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

Nel 2023 per il tramite di opzione donna potranno lasciare il lavoro:

  • lavoratrici con 59 anni di età se autonome;
  • lavoratrici con 58 anni di età se dipendenti.

Il requisiti anagrafico deve essere completato insieme a 35 anni di contributi almeno, entro la fine del 2022. La proroga infatti farà slittare di un anno il limite entro cui maturare i 58 o 59 anni di età ed i 35 anni di contributi versati.

L’Ape sociale ancora nel 2023 ma come funziona?

Il nostro lettore però ha una possibilità nell’Ape sociale. Almeno questo ciò che sembra. Infatti avendo il 74% di disabilità, ed compiendo 63 anni nel 2023, potrebbe sfruttare l’anticipo pensionistico che probabilmente verrà prorogato nel 2023. Non ha potuto sfruttarlo prima perché non aveva ancora raggiunto i 63 anni di età nel 2022. Per la proroga dell’Ape sociale sembra certo che la misura resterà con i medesimi requisiti del passato. In pratica:

  • 63 anni di età già compiuti;
  • 30 anni di contributi versati per caregivers, disoccupati, invalidi;
  • 32 anni di contributi versati per edili e ceramisti;
  • 36 anni di contributi versati per lavori gravosi.

Il lavoro gravoso, così come quello di ceramisti ed edili, deve essere stato effettuato in 6 degli ultimi 7 anni di carriera, oppure in 7 degli ultimi 10 anni. L’invalido deve essere stato riconosciuto tale dalle competenti commissioni mediche per le invalidità civili delle ASL ed in misura minima del 74%. Il caregivers deve aver iniziato ad assistere il suo familiare stretto convivente e disabile almeno al 74% da almeno 6 mesi.

L’Ape sociale non ha tredicesima, non è reversibile a causa di morte prematura del diretto interessato. Dura fino al raggiungimento dei 67 anni di età. Non prevede la corresponsione di assegni familiari, maggiorazioni sociali e integrazioni al trattamento minimo. E non può essere erogata per un importo superiore a 1.500 euro.

 

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