La Legge 104, che da quasi 30 anni disciplina l’integrazione, l’assistenza fisica, psicologica dei cittadini italiani portatori di handicap e con gravi disabilità cambia veste. Nel 2021, la cabina di regia del Governo Draghi ha introdotto significative modifiche alla misura per tutelare ancora di più i soggetti fragili. Vediamo insieme quali sono.
di ACHIROPITA CICALA
La Legge 104 del 1992, pilastro dell’integrazione sociale e dell’assistenza fisica e psicologica dei soggetti portatori di handicap, con gravi disabilità, nel corso del 2021 è stata interessata da significativi ritocchi de parte del Governo capitanato dall’ex governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi.
Prima, però, di illustrare i più importanti cambiamenti effettuati sulla Legge 104 nel 2021 è necessario procedere a ritroso nel tempo per capire in cosa consiste.
La Legge 104, fin dalla sua entrata in vigore nel 1992, disciplina l’integrazione dei cittadini affetti da handicap e i dei soggetti con disabilità regolamentandone l’assistenza fisica e psicologica e assicurando i diritti dei soggetti più fragili.
In realtà, la normativa ha portata più ampia. Come riportato sul sito disabili.com, la Legge 104 estende il suo campo d’azione anche nella regolamentazione dei permessi di lavoro retribuiti da garantire sia ai disabili, sia ai familiari che si occupano della loro cura ed assistenza.
Agli interessati alla tematica si consiglia la visione di una video guida sulla nuova Legge 104 del 2021 messa a disposizione degli utenti in rete dal canale YouTube Mondo Pensioni.
Ma procediamo con ordine senza fare confusione: chi può ottenere il riconoscimento della Legge 104 e quali agevolazioni garantisce?
Legge 104: tutto quello che c’è da sapere
È scontato che non tutti possono fare richiesta ed ottenere dall’INPS il riconoscimento della Legge 104. Si viene ammessi al beneficio soltanto se si ha una patologia importante che porta, come conseguenza, ad uno stato di invalidità.
Online è possibile trovare diversi schemi riassuntivi della patologie per cui si potrà ottenere la Legge 104.
Alcune, però, potrebbero mancare. In questi casi, spetta al medico dimostrare i danni causati dalla patologia collegabili, comunque, alle patologie indicate nella tabella.
Accertare lo stato di disabilità non è certamente una cosa semplice. Tanto meno l’iter che porta al riconoscimento della Legge 104 si articola in pochi step. Ad una commissione sanitaria verrà demandato il compito di calcolare la percentuale di invalidità.
Quest’ultima potrà decidere di assegnare fino a 5 punti percentuali in più qualora la disabilità ostacoli la svolgimento dell’attività lavorativa del disabile.
La percentuale di invalidità verrà determinata prendendo in considerazione la tabella, se la malattia compare nella stessa, o una percentuale analoga a quella menzionate nello schema, per malattie simili.
Se il richiedente la Legge 104 soffre di più patologie, occorre calcolare la percentuale di invalidità per ciascuna patologia, prendendo in considerazioni specifici parametri.
Legge 104: a chi spetta?
Sono numerose le patologie che permettono l’accesso alla Legge 104.
Quest’ultima potrà essere richiesta per le malattie cardiocircolatorie di una certa rilevanza (trapianti, coronaropatie importanti, aritmie severe e miocardite).
E poi ancora, per le patologie del sistema endocrino (acromegalia, insufficienza corticosurrenale, diabete mellito), oltre a quelle renali (trapianti ed insufficienza).
Nella lista c’è spazio anche per le malattie articolari che portano all’amputazione di mani, gambe e coscia, così come per quelle collegate all’apparato digestivo: cirrosi epatica (B e C), malattie intestinali croniche o infiammazioni, trapianti di fegato.
L’elenco si arricchisce delle malattie respiratorie (broncopneumopatia ostruttiva, restrittiva e bpc asmatiche importanti, uditive (sordità), visive (totale cecità o parziale, ipovisione severa).
Non mancano all’appello le patologie psichiche e neurologiche (schizofrenia, anoressia nervosa, ritardo mentale, bipolarismo, sclerosi, mordo di Parkinson e di Alzheimer, demenza vascolare) e altre problematiche, con una percentuale invalidante variabile dal 21 al 110%, (artrite reumatoide, artrosi, HIV, sindrome di Patau, Sindrome di Down, neoplasie e via dicendo).
Legge 104: esenzione bollo auto e detrazione IRPEF, quali altre agevolazioni?
La Legge 104, suddivisa in vari commi ed articoli, riconosce una serie di agevolazioni a favore del disabile e, in alcuni casi, dei suoi familiari.
Nello specifico, è il comma 1 della normativa ad illustrare i trattamenti di favore a cui si ha accesso. Partiamo dalle agevolazioni aventi ad oggetto l’acquisto di un auto.
La Legge 104 stabilisce la riduzione al 4% dell’IVA sul costo d’acquisto dell’automobile e la chance di usufruire di una detrazione IRPEF del 19% sull’ammontare complessivo del prezzo d’acquisto, senza superare il tetto massimo di spesa di 18.075,99 euro.
Non solo, viene riconosciuta al disabile l’esenzione per tutta la vita dal pagamento del bollo auto, così come per l’imposta per il passaggio di proprietà.
Si tratta di una serie di “agevolazioni” che trovano applicazione non solo in riferimento all’acquisto di un automobile, ma anche per altre tipologie di veicoli: motocarrozzette, autocaravan e motoveicoli.
Ma c’è di più. Il beneficio offerto dal comma 1 della Legge 104 si estende alle riparazioni di tutti i mezzi di trasporto sopra indicati di proprietà del soggetto disabile.
In realtà, il comma uno è molto dettagliato. Le agevolazione, infatti, sono esclusivamente rivolte ai cechi, alle persone con sordità, portatrici di importanti handicap per cui è richiesto l’accompagnamento, con disabilità dovuta a più amputazioni o con limitate capacità di deambulazione.
Anche i familiari che hanno fiscalmente a carico un componente della famiglia con disabilità possono accedere alle detrazioni sopra descritte, purché l’assistito abbia un reddito annuo non eccedente i 2.840,51 euro.
Ci sono, però, altre detrazioni meritevoli di attenzione oltre quelle previste per l’acquisto di un auto.
La Legge 104, infatti, permette alla persona disabile una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute per l’acquisto di dispositivi utili a consentire la deambulazione fisica del soggetto, di poltroncine appositamente progettate per la specifica disabilità, e sulle spese per visite mediche.
Stessa detrazione è prevista per realizzare interventi che rendono possibile l’abbattimento della barriere architettoniche di un immobile, come la costruzione di rampe su scala o l’adeguamento degli ascensori.
Ancora, si potranno portare in detrazione le spese sostenute per assistere i non autosufficienti e i costi per l’acquisto di modem, telefoni fissi, smartphone, connessione internet, tablet, notebook, personal pc o qualsiasi altri dispositivo informatico.
Sul fronte sanitario, invece, viene stabilita l’esenzione totale del ticket per tutte le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o per quelle riferite allo specifico handicap.
Sono esclusi dall’esenzione i farmaci e le prestazioni farmaceutiche.
Legge 104: quanti permessi retribuiti si possono richiedere?
Mettendo da parte il primo comma della Legge 104, non potevamo continuare la nostra analisi senza soffermarci sul comma 3 della stessa legge. Come mai? Altre importanti agevolazioni sono riconosciute ai disabili e ai familiari in termini di permessi da lavoro retribuiti.
Nello specifico, se viene accordata la Legge 104, sia la persona disabile che lavora regolarmente, sia i familiari entro il secondo grado, hanno diritto a tre permessi retribuiti al mese o di alcune ore nell’arco di una giornata.
Naturalmente, si potrà sfruttare questo vantaggio solo nel caso in cui il soggetto sia sotto la cura di un familiare e non se ricoverato in apposite strutture assistenziali.
Attenzione, però, il beneficio si estende solo ad un singolo familiare della persona disabile. Non è possibile, infatti, usufruire dei permessi di lavoro a rotazione se non nel caso di un soggetto minorenne. In questo caso, sia la mamma che il papà potranno richiedere i giorni di permesso a turnazione.
La Legge 104 riconosce al disabile lavoratore 2 ore di permessi retribuiti al giorno o, in alternativa, non più di 3 giorni al mese, da chiedere in continuità oppure quanto si voglia.
Oltre a questo beneficio, al terzo comma dell’art. 3 della Legge 104/1992, troviamo un congedo straordinario retribuito per non più di due anni, il cui importo è determinato prendendo il considerazione la più recente retribuzione.
In questo caso, trova applicazione la disciplina poco prima indicata: il congedo straordinario non spetta ai familiari del soggetto disabile se quest’ultimo si trova ricoverato, 24 ore su 24, in una struttura assistenziale pubblica o privata.
Legge 104: le novità di Draghi per il 2021
Arriviamo al cuore dell’articolo: quali modifiche ha subito la Legge 104 nel corso del 2021?
Oggetto d’intervento del Governo Draghi sono stati propri i permessi da lavoro retribuiti analizzati poco prima. Nel periodo del dilagare dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sul territorio italiano, l’esecutivo ha esteso i permessi a 12 giorni.
Ai caregiver della persona disabile è stata offerta la possibilità di assentarsi dal lavoro fino ad un massimo di 12 giorni nell’arco di un mese per ragioni direttamente connesse alla cura e all’assistenza del disabile.
Una novità che pare possa essere riconfermata anche nei prossimi anni, portando ad un innalzamento definitivo del numero di giorni o delle ore richiedibili.
Altre novità aventi ad oggetto la Legge 104 e il comma 3 dell’articolo 3 della stessa norma hanno interessato, da marzo 2021, le tipologia dei contratti di lavoro.
Il riferimento è ai part-time verticali o misti applicabili ai caregiver.
Da marzo 2021, infatti, è stato stabilito che qualora i permessi richiesti dai caregiver dei soggetti disabili superassero il 50% del tempo stabilito nel contratto, lo stesso non avrebbe subito un taglio del salario.
Per quanto riguarda le novità 2021 sullo smart-working del soggetto disabile, va ricordato che tutte le agevolazioni introdotte nel periodo della pandemia sono state rinnovate fino alla scadenza del 31 dicembre 2021, come stabilito dal Decreto Legge datato 23 luglio 2021.