In alcune circostanze, la pensione d’invalidità (di tipo previdenziale) può arrivare ad un importo pari a 515,58 euro. Qui i requisiti per beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo.
di Antonio Cosenza
La pensione d’invalidità può essere oggetto di maggiorazioni: ad esempio, grazie all’integrazione al trattamento minimo può salire fino ad un massimo di 515,58 euro (importo aggiornato al 2021), mentre per merito dell’estensione per tutti gli Over 18 dell’incremento al milione questa può salire persino a 651,51 euro mensili.
Qui vogliamo concentrarci sulla prima maggiorazione, ossia sull’integrazione al minimo della pensione d’invalidità. Sono stati aggiornati, infatti, i limiti di reddito entro i quali il titolare della pensione d’invalidità può godere di un aumento fino a 515,58 euro.
Prima di andare avanti è bene fare chiarezza su chi sono i potenziali beneficiari di questo incremento. È importante sottolineare, infatti, che non ci riferiamo agli invalidi civili che percepiscono l’assegno ordinario d’invalidità, misura di tipo assistenziale. Questi, infatti, in determinate circostanze – in base al reddito percepito – possono avere diritto all’incremento al milione, ma non possono mai beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo in quanto si tratta di uno strumento riservato alle sole misure di tipo previdenziale.
A quali invalidi spetta il trattamento minimo sulla pensione
Nello specifico, la pensione d’invalidità sulla quale spetta il trattamento minimo è quella riconosciuta ai lavoratori dipendenti e autonomi con infermità fisica o mentale che determini una riduzione superiore ai 2/3 della capacità lavorativa.
Trattandosi di una prestazione di tipo previdenziale non è possibile il riconoscimento senza che il lavoratore abbia maturato un certo numero di anni di contributi. Per la pensione d’invalidità questo minimo consiste in cinque anni di contribuzione; per quanto riguarda il calcolo dell’assegno questo si avvale delle regole previste per tutti gli altri trattamenti previdenziali, quindi si utilizza il calcolo retributivo per le anzianità maturate entro il 1995 (o 2011 per chi al 1995 può vantare almeno 18 anni di contribuzione), mentre dal 1996 in poi (o 2012 nel caso suddetto) valgono le regole del contributivo.
Pensione d’invalidità fino a 515,58 euro (per tredici mensilità): i requisiti
Visto che sono sufficienti cinque anni di contributi per richiedere la pensione d’invalidità, è molto frequente il caso in cui l’assegno ha un importo molto basso.
Ed è qui che viene in soccorso il trattamento minimo, con il quale si beneficia di un’integrazione che può portare la pensione ad un importo pari a 515,58 euro.
Per avere diritto a questa integrazione, però, bisogna stare al di sotto di determinate soglie di reddito, che per il 2021 sono pari a:
- 11.967,28 euro (due volte l’ammontare dell’assegno sociale) per il pensionato solo ;
- 17.950,92 euro (tre volte l’ammontare dell’assegno sociale) annui in caso di pensionato coniugato (prendendo in considerazione anche i redditi del coniuge).
Per l’accertamento dei requisiti si terrà conto di tutti i redditi soggetti ad Irpef, con l’esclusione di quello derivante dalla casa di abitazione e dell’importo stesso dell’assegno da integrare.
Trattamento minimo per le pensioni d’invalidità: differenze con le altre prestazioni previdenziali
Nel caso del pensionato coniugato vi è una differenza rispetto all’integrazione al minimo riconosciuta sulle pensioni. Quest’ultima, infatti, richiede che entrambe le soglie di reddito vengano rispettate: sia il reddito del singolo che quello di tipo coniugale, dunque, non devono superare le suddette soglie. Non è così per la pensione di invalidità, sulla quale spetta l’integrazione anche se sono superati i limiti di reddito personale, a patto però che il reddito coniugale sia al di sotto dei 17.950,92 euro.
Altra novità è quella per cui il valore dell’integrazione non può comunque superare l’importo dell’assegno sociale, nel 2021 pari a 460,28 euro.
Per arrivare ad un assegno di 515,58 euro, quindi, bisogna avere una pensione di almeno 55,30 euro (fermo restando il rispetto dei suddetti requisiti reddituali).
Infine, altra novità importante è quella per cui per le pensioni d’invalidità non è riconosciuta la possibilità di godere di un’integrazione parziale al superamento delle suddette soglie di reddito.