Reddito di cittadinanza: ecco gli emendamenti del Governo per le persone con disabilità

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In questi giorni è in corso la conversione in legge del decreto sul Reddito di Cittadinanza e Pensioni, che nel momento della sua pubblicazione aveva registrato alcune perplessità da parte del mondo della disabilità: diversi i punti deboli del provvedimento, in riferimento alle situazioni di povertà assoluta in cui siano presenti condizioni di disabilità.

PACCHETTO DI EMENDAMENTI – Ora qualcosa potrebbe cambiare: nell’ambito dei lavori di conversione in legge del decreto, il Governo la scorsa settimana ha  presentato un pacchetto di emendamenti che sono stati sottoposti all’esame delle Commissioni XI Lavoro e XII Affari sociali della Camera, articolato in cinque proposte di correttivo. Tra questi, anche uno relativo alle misure in relazione alle persone con disabilità.
La proposte di modifica contenute nell’emendamento in oggetto riguardano, in particolare, tre punti: più flessibilità per accesso al Reddito e pensione di cittadinanza, un innalzamento del tetto consentito al patrimonio mobiliare e variazioni alla scala di equivalenza. Vediamo i singoli punti.

ACCESSO ALLA PENSIONE DI CITTADINANZA – Nel correttivo presentato, il Governo propone che la pensione di cittadinanza possa essere concessa anche nel caso in cui il componente del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni conviva esclusivamente con una o più persone in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, indipendentemente dalla loro età. Questa correzione era stata richiesta per allargare la platea dei beneficiari.
Ricordiamo che la Pensione di Cittadinanza spetta solo agli over 67 che vivano sotto la soglia di povertà, sole o con un’altra persona.

AUMENTO LIMITI PATRIMONIALI – Il secondo intervento contenuto nell’emendamento ha l’obiettivo di allentare i limiti patrimoniali richiesti per accedere al Reddito o Pensione di Cittadinanza. Nella proposta, il tetto relativo al patrimonio mobiliare (ovvero i risparmi) di tutto il nucleo familiare – che è una delle voci considerate, e che consiste in conti correnti, depositi e titoli –  viene innalzato se è presente un componente con disabilità.
In linea generale, il limite previsto dal decreto legge dipende a seconda della composizione del nucleo familiare: è previsto un limite di 6.000 euro, che aumenta di euro 2.000 per ogni componente successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo. Nel caso sia presente nel nucleo una persona con disabilità i limiti sono aumentati di ulteriori 5000 euro. Con l’emendamento presentato la scorsa settimana, questa cifra sale da 5000 a 7500 euro nel caso in cui sia presente nel nucleo una persona con disabilità grave o non autosufficienza.

SCALA DI EQUIVALENZA  – La terza modifica interviene – innalzandola – sulla soglia massima relativa alla scala di equivalenza, utilizzata per il reddito di cittadinanza. La scala di equivalenza è un parametro che serve sia per calcolare il limite di reddito familiare, sia il relativo beneficio economico erogato con il RDC. Anche in questo caso, il parametro varia a seconda della composizione del nucleo familiare, partendo con:
1: parametro per il primo familiare
0,4:  il parametro per ogni componente maggiorenne successivo
0,2: il parametro per ogni minorenne successivo

Il punteggio massimo che si può raggiungere è  2,1, ma l’emendamento proposto dal Governo porta a 2,2 il tetto massimo consentito,  nel caso in cui nel nucleo sia presente una persona con disabilità.
Le ricadute di questo  innalzamento sono ben spiegate nell’approfondimento che il sito specializzato Handylex dedica all’argomento, e che vi invitiamo a consultare.

SU COSA NON INTERVIENE L’EMENDAMENTO – Nonostante questi  interventi avanzati dal Governo nel suo emendamento, una delle principali richieste di modifica rimane nodo irrisolto: nulla è stato proposto rispetto al computo delle pensioni di invalidità civile nel limite di reddito.
Ricordiamo che il decreto legge prevede l’inserimento, nel conteggio del reddito familiare, anche delle provvidenze assistenziali non conteggiate dall’ISEE, ovvero le pensioni e gli assegni erogati ad invalidi civili, ciechi, sordi e sordo ciechi. Sono esclusi dal computo solo le indennità di accompagnamento ed eventuali altri contributi che siano sottoposti a rendicontazione.

Perché è un dato così importante? Perché ricordiamo che sia per poter accedere, sia per determinare di quanto, alle misure del Reddito e di Pensione di cittadinanza, vengono considerati dei parametri di reddito, così composti:
l’ISEE familiare (che deve restare sotto il tetto massimo di 9.360 euro)
patrimonio mobiliare (titoli, conti, depositi)
patrimonio immobiliare (ulteriori rispetto alla casa di abitazione)
reddito di tutti i componenti del nucleo familiare
L’emendamento del Governo non interviene su questo punto, che rimane invariato.

Per approfondire:

Reddito di cittadinanza: analisi del testo definitivo e agevolazioni

ISEE indispensabile per Reddito di Cittadinanza: come compilare e presentare il modulo

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Redazione

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