Con la Legge di Bilancio licenziata qualche settimane fa erano state stanziate le risorse per il Reddito di Cittadinanza, in attesa del decretoche ne desse piena attuazione. Ieri sera il testo è stato approvato del Governo, che specifica chi potrà accedere a questa forma di sussidio, quali sono i tempi e i requisiti.
Qui, sulla base delle informazioni date ieri sera, cerchiamo di fare il punto, concentrandoci in particolare su quanto previsto per persone con disabilità (evidenziamo in giallo), e riservandoci di approfondire l’analisi del testo del decreto non appena verrà pubblicato.
CHI PUO’ BENEFICIARNE – Innanzitutto va specificato che questa misura riguarda, in generale, chi si trova al di sotto della soglia di povertà assoluta e rispondere ad altri requisiti, ovvero:
– Essere maggiorenni (avere cioè più di 18 anni)
– Essere disoccupati o inoccupati
– Avere un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà in Italia, stabilita dall’Istat
– Percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà
– Essere residenti in Italia da almeno 10 anni
QUANTI SOLDI – La misura viene erogata per 18 mesi a partire dalla fine di aprile 2019 e la cifra cambia anche a seconda del numero dei famigliari. Il massimo a cui si potrà arrivare sono 780 euro a persona, modulati secondo vari parametri. Significa che chi ha un reddito pari a zero avrà diritto agli interi 780 euro, mentre per gli altri verrà integrato il reddito percepito fino a raggiungere mensilmente i 780 euro.
Il reddito sarà scomposto in una componente di 500 euro a cui aggiungere eventuali 280 euro per l’affitto.
Per ogni componente adulto aggiuntivo della famiglia, l’assegno sale di 200 euro, per ogni minore di 100 euro, fino a un tetto massimo di 1.050 euro.
esempio:
1. Una famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni avrà fino a 1.180 euro al mese di RdC: fino a 900 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
2. Una persona che vive da sola avrà fino a 780 al mese di RdC: fino a 500 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
3. Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 1 figlio minorenne avrà fino a 1.280 euro al mese di RdC: fino a 1.000 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro al mese di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contri-buto per il mutuo);
4. Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 2 figli minorenni avrà fino a 1.330 euro al mese di RdC: fino a 1.050 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).
Il denaro viene erogato attravero una carta elettronica tipo bancomat, e dovrà essere speso ogni mese. In caso contrario, non si potrà sommare a quello successivo, poiché il credito verrà restituito al Ministero dell’economia. Si potrà prelevare in contanti un massimo di 100 euro e tutti i pagamenti verranno tracciati elettronicamente.
REQUISITI – Il primo passo per ottenere il reddito di cittadinanza è capire se si hanno i requisiti per richiederlo. I requisiti sono:
– Essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa;
– ISEE inferiore a 9.360 euro annui;
– Patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino ai 30.000 euro annui;
– Patrimonio mobiliare (liquidità) non superiore a 6.000 euro(accresciuto di 2.000 euro per ogni altro componente il nucleo familiare oltre il primo, fino ad un massimo di 10mila euro, incrementato di 1.000 euro per ogni figlio oltre il secondo. I massimali sono poi ulteriormente aumentati di 5mila euro per ogni componente familiare con disabilità.
– Patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può arrivarefino a 20.000 Euro per le famiglie con persone disabili.
Inoltre nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatarioa qualunque titolo o avente piena disponibilità di:
– autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti la richiesta ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore a
250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti, fatti salvi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente
– imbarcazioni da diporto
OBBLIGHI – Per poter accedere al contributo del reddito di cittadinanza, oltre ai requisiti di reddito i beneficiari hanno degli obblighi, ovvero impegnarsi per la ricerca di una occupazione e partecipare alle iniziative formative e ai progetti utili per la comunità, predisposti dai Comuni . Il primo obbligo è quello di sottoscrivere il patto per il lavoro o il patto per la formazione ed accettare un’offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale.
• entro i primi 12 mesi, la prima offerta di lavoro potrà arrivare nel raggio di 100 km – 100 minuti di viaggio. Se viene rifiutata, la seconda offerta potrà arrivare nel raggio di 250 km, e se anche questa viene rifiutata, la 3° offerta potrà arrivare da tutta Italia;
• dopo 12 mesi, anche la prima offerta potrà arrivare fino a 250km, mentre la 3° potrà arrivare da tutto il territorio nazionale;
• dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale.
Per le famiglie con persone con disabilità, le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km.
Chi rifiuta la terza offerta congrua viene escluso dal reddito di Cittadinanza. Chi fornisce dati falsi per accedere al Reddito di cittadinanza, rischia una pena da due a sei anni di carcere
PATTO PER ILLAVORO O FORMAZIONE – Come detto, per evitare che le persone “rimangano sul divano” approfittando del sussidio, i beneficiari del reddito di cittadinanza devono sottoscrivere un impegno alla formazione o alla ricerca di un lavoro. Nello specifico, sono previsti:
• Patto per il Lavoro da siglarsi con un Centro per l’Impiego o un’Agenzia per il Lavoro se il lavoratore è adeguatamente formato. In questo caso i beneficiari sono obbligati a partecipare a progetti socialmente utili fino ad 8 ore settimanali predisposti dai comuni
• Patto per la Formazione da siglarsi con Enti di formazione bilaterale, Enti interprofessionali o Aziende se il soggetto ha bisogno di ulteriore formazione
• Patto per l’Inclusione Sociale – che coinvolgerà sia i servizi sociali che i Centri per l’Impiego se il soggetto non è in condizione di lavorare. In questo caso i beneficiari sono obbligati a partecipare a progetti socialmente utili fino ad 8 ore settimanali predisposti dai comuni.
Sono ESONERATI dal sottoscrivere il Patto per il Lavoro e il Patto di Inclusione:
– persone con disabilità tale da non consentire un accesso al mondo del lavoro
– persone che assistono figli con meno di 3 anni o caregiver familiari di persone non autosufficienti o con grave disabilità, come definiti a fini ISEE.
COME RICHIEDERE IL RDC – Chi è in possesso di tutti requisiti può rivolgersi ai centri per l’impiego che gestiranno le richieste e dovranno verificare il mantenimento delle condizioni necessarie a fruire della misura.
IN CASO DI DECADENZA DEL DIRITTO – In caso di decadenza dal beneficio, il Rdc può essere richiesto dal richiedente ovvero da altro componente il nucleo familiare solo decorsi diciotto mesi dalla data del provvedimento di decadenza, se non previsto diversamente. Nel caso facciano parte del nucleo familiare componenti minorenni o con disabilità, come definita a fini ISEE, il termine di cui al primo periodo è ridotto a sei mesi.
PENSIONE DI CITTADINANZA- Per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 65 anni, il Rdc assume la denominazione di Pensione di cittadinanza quale misura di contrasto alla povertà delle persone anziane. I requisiti per l’accesso e le regole di definizione del beneficio economico sono le medesime del Rdc, a parte queste eccezioni:
– ISEE familiare inferiore a 9.360 euro all’anno;
– patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore ai 30 mila euro;
– patrimonio finanziario inferiore a 6.000 euro, 8.000 se si è in coppia.
Es.
– Un pensionato che vive da solo e non ha una casa di proprietà avrà una pensione di cittadinanza di 780 euro al mese: di cui 150 euro per pagare l’affitto
– Un pensionato che vive da solo e riceve solo una pensione di invalidità, al posto della sua pensione, riceverà la Pensione di Cittadinanza, che con una casa di proprietà è di 630 euro al mese
– Una coppia di pensionati che vive in un appartamento in affitto riceverà un’integrazione che permetterà loro di vivere con 1.032 euro al mese
RICAPITOLANDO, stanti le informazioni finora disponibili, rispetto alle regole generali sopra esposte, in caso di disabilità:
– Il requisito del Patrimonio finanziario può arrivare fino a 20.000 Euro per le famiglie con persone disabili
– I richiedenti possono possedere autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità
– Per le famiglie con persone con disabilità, le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km di distanza da casa
– Persone con disabilità tale da non consentire un accesso al mondo del lavoro sono esonerati dalla sottoscrizione del Patto per il Lavoro e Patto per l’Inclusione Sociale
– Persone che assistono familiari non autosufficienti sono esonerati dalla sottoscrizione del Patto per il Lavoro e Patto per l’Inclusione Sociale
Queste le principali informazioni estrapolate da quanto finora a disposiìzione della stampa, rispetto al decreto approvato nelle scorse ore. Ci riservaviamo di affettiare ulteriori approfondimenti di studio al testo, di cui vi daremo informazioni nelle prossime ore.
IL COMMENTO DELLA FISH – “Uno degli impegni più severi nelle prossime ore sarà quello di spiegare alla nostra gente come – al di là degli annunci e dei giochi con i numeri e le parole – la disabilità sia stata ignorata nel decreto sul reddito di cittadinanza.” Così commenta Vincenzo Falabella, Presidente FISH, il testo del decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri.
“Alle moltissime persone che già ci contattano in queste ore andrà innanzitutto spiegato che l’annunciato aumento delle pensioni di invalidità non trova alcuna concretezza nella misura approvata dal Governo.”
Così la FISH (grassetti nostri, ndr): Ma non è tutto: per come è articolato il testo, i nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, titolate di pensione di invalidità civile, verranno inequivocabilmente trattati meno favorevolmente delle famiglie in cui non sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità. E questo a identica situazione di povertà assoluta.
“Perché? Il gioco è molto semplice: – prosegue Falabella – vengono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto fosse espunto dal decreto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo.” L’apparente contrasto sul “nodo disabili” fra le due forze di maggioranza non ha prodotto alcuna modificazione sostanziale alla bozza del decreto.
Il Ministro Di Maio però ha dichiarato che il reddito di cittadinanza riguarda anche circa 250mila nuclei in cui sia presente una persona con disabilità. “Si gioca con i numeri: in Italia, e ce lo dice ISTAT, esistono 1.700.000 nuclei in condizione di povertà assoluta. Questi rappresentano, per dichiarazione dello stesso Governo, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza. All’interno di quei nuclei poveri assoluti vi sono anche persone con quella disabilità che è una delle prime cause di impoverimento. Quando il Governo, in tutte le sue componenti, è stato messo alle strette dalle nostre serrate critiche, il Ministero del Lavoro ha effettuato un sommario controllo sulla banca dati ISEE scoprendo che vi è un numero consistente di famiglie sotto la soglia di 9.360 euro con una persona con disabilità al loro interno. Appurato tardivamente ciò, invece di elaborare risposte congruenti, ha usato il dato a fini propagandistici lasciando inalterati quei criteri che trattano meno favorevolmente proprio quei nuclei.”
I risultati sono quindi evidenti: nessun propagandato aumento delle pensioni di invalidità e l’importo del reddito di cittadinanza sarà, in tutti i casi, più basso quando in famiglia c’è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro.
“Di fronte a queste evidenze – conclude il presidente Falabella – non ci resta che chiamare a raccolta le nostre associazioni e tutte le organizzazioni dell’impegno civile e chiedere con forza al Parlamento di censurare e modificare quel testo visto che il Governo ha pedissequamente ignorato ogni ragionevole richiesta di emendamento!”
Redazione
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