Congedo straordinario Legge 104: obblighi del datore di lavoro

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Aspettativa retribuita per l’assistenza di familiari disabili: quali sono gli adempimenti e gli obblighi dell’azienda, come deve essere gestita l’assenza.

La Legge per tutti

Se un dipendente, beneficiario della Legge 104 [1], chiede di usufruire del congedo straordinario retribuito, gli adempimenti relativi all’amministrazione del personale aumentano e si complicano. I permessi Legge 104 sono retribuiti dall’Inps, per cui è il lavoratore a doverne richiedere la concessione all’Istituto: è comunque importante che l’azienda verifichi la correttezza degli adempimenti sin dalla fase dell’autorizzazione, in quanto qualsiasi problema nella concessione del congedo potrebbe riflettersi sull’azienda.

Possono sorgere delle difficoltà se, ad esempio, per lo stesso disabile grave sono già stati concessi 2 anni di congedo, se non rispetta la priorità tra i familiari aventi diritto, o se il lavoratore sfora il tetto massimo di 2 anni di assenza. Altre difficoltà possono sorgere quando l’aspettativa retribuita è in corso di godimento, ad esempio se il dipendente beneficiario si ammala o va in maternità. Sono causa di dissidi e contenzioso anche le tempistiche di concessione del congedo da parte dell’azienda. Facciamo allora il punto della situazione sul congedo straordinario Legge 104: obblighi del datore di lavoro, requisiti da verificare, gestione dell’aspettativa.

Indice

Come funziona il congedo straordinario Legge 104?

Ricordiamo innanzitutto in che cosa consiste il beneficio del cosiddetto congedo straordinario legge 104, o meglio il congedo straordinario per l’assistenza di familiari disabili [2]. Si tratta di un periodo di aspettativa retribuita, riconosciuto ai lavoratori dipendenti che assistono un familiare portatore di handicap grave.

Il congedo retribuito legge 104 è riconosciuto per un massimo di 2 anni nell’arco della vita lavorativa e per ciascun disabile. Vuol dire:

  • che il lavoratore può usufruire al massimo di 2 anni di congedo retribuito nell’arco della carriera, anche se assiste più disabili;
  • che per ogni disabile non possono essere superati 2 anni di congedo straordinario, anche tra più beneficiari.

Il congedo straordinario è frazionabile anche a giorni, ma non è ammessa la frazionabilità oraria. Perchè non vengano computati nel periodo di congedo straordinario i giorni festivi, i sabati e le domeniche, è necessaria la ripresa del lavoro tra un periodo e l’altro di fruizione

A chi spetta il congedo straordinario Legge 104?

L’aspettativa retribuita spetta, nell’ordine, ai seguenti familiari del disabile:

  • al coniuge (o unito civilmente) convivente del portatore di handicap grave;
  • al padre o alla madre anche adottivi in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente;
  • ad uno dei figli conviventi anche adottivi in caso di decesso, mancanza o in presenza di patologie invalidanti del padre e della madre;
  • ad uno dei fratelli o sorelle conviventi in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti dei figli conviventi;
  • al parente o all’affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli e sorelle conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

A quali lavoratori non spetta il congedo straordinario?

Non possono richiedere il congedo straordinario:

  • i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari;
  • i lavoratori a domicilio;
  • i lavoratori agricoli giornalieri;
  • i lavoratori autonomi;
  • i lavoratori parasubordinati;
  • i lavoratori con contratto di lavoro part-time verticale, durante le pause di sospensione contrattuale.

 

Quali sono i diritti del dipendente in congedo straordinario?

Il lavoratore in congedo ha diritto a due benefici:

  • un’indennità di congedo, pari all’ultima retribuzione percepita (comprensiva dei ratei di tredicesima mensilità, altre mensilità aggiuntive, gratifiche, indennità, premi, ecc.);
  • l’accredito dei contributi figurativi, utili sia ai fini del diritto che della misura della pensione.

Sia l’indennità che i contributi figurativi possono però essere accreditati, come abbiamo detto, sino a un limite massimo: vediamo ora, in relazione al congedo straordinario legge 104, i nuovi importi 2018.

Chi paga l’indennità di congedo straordinario?

L’indennità economica a cui il lavoratore ha diritto durante il periodo di congedo è a carico dell’Inps, ma viene anticipata dal datore di lavoro e recuperata con conguaglio contributivo (in pratica l’importo anticipato è scalato dai contributi dovuti dall’azienda o amministrazione, come avviene per malattia e maternità). In alcuni casi particolari il trattamento può essere pagato direttamente dall’Inps.

A quanto ammonta l’indennità di congedo straordinario?

L’indennità è pari alla retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo ad esclusione delle voci che non risultano fisse e continuative.

Il beneficio economico, che originariamente era stabilito dalla normativa nella misura di 70 milioni di lire, è rivalutato annualmente. Per il 2018, i limiti degli importi accreditabili sono:

  • 98,54 euro, per l’indennità giornaliera e per la retribuzione figurativa massima giornaliera (per l’accredito dei contributi);
  • 689,78 euro, per la retribuzione figurativa massima settimanale;
  • 066 euro, per l’indennità annua e per la retribuzione figurativa massima annua;
  • 968 euro, quale importo complessivo annuo.

 

A quanto ammontano i contributi figurativi per il congedo straordinario?

Il tetto massimo, pari a 47.968 euro per il 2018, non si riferisce soltanto all’indennità a favore del lavoratore, ma è una cifra che deve essere ripartita fra indennità economica e accredito figurativo dei contributi. A seguito della ripartizione l’indennità economica non può eccedere, per il 2018, il valore di 36.066 euro, pari a 98,54 euro al giorno (ovviamente se il lavoratore ha una retribuzione lorda inferiore a 36.066 euro l’assegno Inps non può superare l’importo dello stipendio).

La restante somma, sino a un massimo di 11.901,78 euro (ossia il 33% dell’indennità massima, corrispondente all’aliquota contributiva), è a disposizione dell’Inps per l’accredito dei contributi figurativi sui periodi di congedo

È in ogni caso possibile integrare la retribuzione figurativa mediante riscatto o con versamento di contributi volontari, come confermato dall’Inps.

A quanto ammonta l’indennità di congedo straordinario per i lavoratori part time?

Se il lavoratore ha un contratto a tempo parziale, l’indennità deve essere calcolata nel modo seguente:

  • per il part time verticale, la retribuzione del mese va divisa per il numero dei giorni retribuiti, compresi quelli festivi o di riposo; la retribuzione giornaliera così ottenuta va poi confrontata con il limite massimo giornaliero (quest’anno pari, appunto, a 98,54 euro);
  • per il part time orizzontale, se durante il congedo il lavoratore passa da tempo pieno a parziale o viceversa, la retribuzione va adeguata a quella che il dipendente avrebbe perso per la fruizione del congedo straordinario.

Domanda congedo retribuito Legge 104 all’Inps

La domanda per percepire l’indennità correlata al congedo deve essere inviata dal lavoratore all’Inps in via telematica. In particolare, l’istanza può essere inoltrata:

  • dal sito dell’Inps, sezione Servizi per il cittadino, se si è in possesso del codice pin;
  • dal contact center Inps Inail (al numero 803.164); è ugualmente necessario il Pin;
  • tramite i servizi telematici dei patronati.

 

L’Inps rilascia un’autorizzazione al congedo straordinario?

Come precisato da un’importante circolare dell’Inps sull’argomento [3], l’istituto non è tenuto a rilasciare un’autorizzazione al lavoratore per la fruizione del congedo. Il rigetto dell’Inps deve essere esplicito, mentre in caso di silenzio assenso la concessione del congedo si intende perfezionata.

Certificazione di handicap grave per il congedo straordinario

È necessario che l’assistito abbia ottenuto il riconoscimento della disabilità grave dall’apposita commissione medica, perché possa essere concesso il congedo.

In caso di mancato rilascio della certificazione di disabilità grave entro 45 giorni dalla presentazione della domanda, l’interessato può presentare un certificato rilasciato da un medico della Asl specialista nella patologia denunciata. Questa certificazione è efficace fino all’accertamento definitivo.

Se, invece, è rilasciata una certificazione provvisoria dalla commissione medica integrata, questa può essere presa in considerazione anche prima dei 45 giorni dalla domanda di riconoscimento di disabilità grave e ha validità fino alla emissione del provvedimento definitivo.

In caso di patologie oncologiche, la certificazione provvisoria è valida dopo 15 giorni dalla domanda presentata alla commissione medica integrata e resta efficace fino all’accertamento definitivo.

Se il provvedimento definitivo non accerta, però, la disabilità grave, si deve procedere al recupero del beneficio fruito.

È possibile fruire del congedo straordinario anche nel periodo compreso tra la data di scadenza del verbale rivedibile e il completamento della procedura sanitaria di revisione. Per poter fruire del congedo anche in questo periodo il lavoratore deve presentare una nuova domanda.

Domanda congedo retribuito Legge 104 al datore di lavoro

Per ottenere il congedo per assistere familiari con handicap, il lavoratore, oltre alla richiesta da inoltrare all’Inps, deve informare il datore di lavoro, consegnando la copia della domanda inviata all’Inps.

La circolare Inps sull’argomento [3] non prevede un termine di preavviso, da rispettare a pena di decadenza, al fine di preavvertire il datore di lavoro del congedo. Si desume comunque, dal contenuto della circolare, che occorre dare notizia al datore di lavoro in tempo utile, al fine di consentire all’azienda di avanzare all’Inps eventuali dubbi circa la concessione del congedo straordinario biennale. Per prassi, un preavviso di 30 giorni al datore di lavoro è considerato sufficiente.

note

[1] L.104/1992.

[2] D.lgs. 151/2001.

[3] Circ. Inps n.64/2001.

https://business.laleggepertutti.it/

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