In Italia, l’indennità di accompagnamento può essere negata a un invalido totale.
di Roberta Lunghini – 05.10.2016
Ciò perché, per l’attribuzione di tale beneficio, è indispensabile dimostrare la propria incapacità di compiere da soli le normali attività di tutti i giorni.
Lo ha precisato la Corte di Cassazione nel rigettare la richiesta di una donna riconosciuta invalida al 100% in quanto affetta da diverse patologie e lievemente claudicante. Come si legge nella sentenza, infatti, i Supremi Giudici hanno chiarito che il riconoscimento della prestazione economica richiede “la contestuale presenza di una situazione di invalidità totale e, alternativamente, dell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore oppure dell’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita con necessità di assistenza continua, requisiti, quindi, diversi dalla semplice difficoltà di deambulazione o di compimento di atti della vita quotidiana con difficoltà (ma senza impossibilità)”.
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