Pensioni anticipate e aumento pensioni più basse: spiegazioni ufficiali APE, quota 41, usuranti, contributivo donna in bilancio

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Il quadro delle novità per le pensioni è praticamente definito. Non è completo, quello no, poiché ci sono molti punti lasciati nell’indeterminatezza, ma i confini da non superare sono chiari. Il nuovo sistema previdenziale, che non sostituisce quello in corso, ma si affianca in alcuni aspetti e nella maggior parte dei casi in via sperimentale, ruota attorno allo strumento delle mini pensioni.

pensioni-2014-calcolo-online-uscita-etIn buona sostanza, chi ha compiuto 63 anni può chiedere all’Istituto nazionale della previdenza sociale di smettere anzitempo. Sarà un istituto di credito a mettere a disposizione la somma per l’erogazione dell’assegno per il periodo fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia. L’importo, compreso di interessi e costo polizza premorienza, sarà restituito in rate ventennali.

In alcune situazioni il costo della rata sarà a carico dello Stato. Vi rientra chi ha perso il lavoro e non ha un sussidio, chi deve seguire un figlio o genitore disabile e alcuni lavori pesanti o rischiosi. E qui entra in gioco un’altra incertezza perché un elenco dei beneficiari non è stato stilato. Rata a carico dell’impresa per gli esuberi. Chi ha iniziato a lavorare da giovane (12 mesi di contributi effettivi prima dei 19 anni d’età) ed è disoccupato o disabile, potrà andare in pensione con 41 anni di contributi. Stessa possibilità anche per chi, giovane lavorativamente, è alle prese con attività gravose. E anche questo è un nodo da sciogliere: chi rientra.

Non sarà più oneroso cumulare i contributi maturati in gestioni pensionistiche diverse, inclusi i periodi di riscatto della laurea. La nuova norma vale per tutti, dipendenti e autonomi. L’assegno pensionistico sarà calcolato pro-rata con le regole di ciascuna gestione. Ecco poi l’equiparazione al livello dei dipendenti della fascia di esenzione fiscale. Reddito aggiuntivo d’estate anche ai pensionati con assegni tra 1,5 e 2 volte il trattamento minimo dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. Si comprendono coloro che hanno un reddito personale complessivo personale, non solo pensionistico, tra circa 750 euro al mese e circa 1.000 euro al mese.

La platea secondo la maggioranza, aumenterà di 1,2 milioni di persone. Diventa più pesante, forse un 30% in più (ancora da stabilire), per gli attuali beneficiari. In questo contesto sarebbe inferiore alle attese la spesa per il contributivo donna, finanziato fino al 31 dicembre di quest’anno, con cui le lavoratrici con 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi se dipendenti o a 58 anni e 3 mesi se autonome possono andare in pensione rinunciando a una parte dell’assegno. Secondo altre tesi, la somma da spendere sarebbe già disponibile.

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