Pensioni, il governo pensa ad un nuovo scivolo

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“Potrebbe invece essere interessante per gli italiani all’estero, perché a loro più facilmente applicabile, la proposta di legge dell’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano che prevede una uscita anticipata a partire da 62 anni con 35 anni di contributi (varrebbe in questo caso la totalizzazione con i contributi esteri) con una penalizzazione dell’assegno (nella stessa proposta è previsto un abbassamento dei requisiti contributivi per la pensione di anzianità a 41 anni)”, spiega Porta in una nota, che in alternativa ricorda che si potrebbe ripristinare la pensione di anzianità, “ma con 38 anni di contributi accreditati (anche in questo caso varrebbe il meccanismo della totalizzazione con i contributi esteri)”. Le linee guida della riforma delle pensioni sono però ormai definite e non dovrebbero subire modifiche eccessive. Un ‘buco nell’acqua’ dunque per questi lavoratori, non considerati dallo Stato, precoci veri, ma altrettando esausti di lavorare.

lavoronewyorkEntra nel vivo il confronto governo sindacati sulla Riforma Pensioni: prossimo appuntamento, venerdì 29 luglio, per un incontro che segna un cambio di passo nella trattativa, destinata a diventare più politica.

Quanto alla definizione dei canali di uscita anticipata le misure allo studio mirerebbero a cancellare il vincolo del requisito minimo in una singola gestione che oggi impedisce la ricongiunzione gratuita e a riconoscere il calcolo complessivo anche per il ritiro anticipato e non solo per la vecchiaia. Il prepensionamento avrà il costo occulto (oltre interessi e competenze all’istituzione finanziaria privata che interviene nel “prefinanziamento”) che è la decurtazione dell’assegno pensionistico. Sono queste le misure che saranno domani sul tavolo dell’incontro tra Governo e sindacati, ultimo round politico sul piano pensioni prima della pausa estiva. Tra queste la cosiddetta “uscita precoci” con 41 anni di contributi.

RIFORMA DELLE PENSIONI, LAVORO – Per Damiano:”Difendere gli ultimi e i più deboli ed evitare che altre persone scivolino nella povertà significa: consentire l’accesso anticipato alla pensione, con la flessibilità, ai disoccupati, ai lavoratori precoci, agli addetti ai lavori usuranti e agli invalidi; concludere il tema degli esodati con l’ottava salvaguardia; attuare il cumulo gratuito dei contributi; incrementare la quattordicesima per per i pensionati più poveri”. Insomma, le cifre di cui non si è ancora parlato saranno l’indizio più importante sulle future mosse del Governo. “Quindi – ha annuncianto il ministro – posso assicurare che da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali verrà disposto l’impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe a quella di “opzione donna“, compresa la prosecuzione della sperimentazione, in modo tale da rispettare pienamente e puntualmente il dettato normativo” ha concluso Poletti. La Rendita integrativa temporanea anticipata, o meglio conosciuta come RITA, è pensata per i lavoratori over 63 che hanno deciso di andare in pensione chiedendo l’anticipo della pensione complementare.

Per i lavoratori che svolgono professioni usuranti i sindacati stanno combattendo una guerra infinita. A tutelare la finanza e la grande industria infatti ci sta pensando da tempo, e anche molto bene, il Governo Renzi, che è stato a lungo sordo alle istanze di molte altre categorie.

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