Terzo settore. Indagine sul lavoro delle donne con disabilità

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C’è tempo fino al 10 giugno per partecipare all’indagine sulle condizioni di lavoro delle donne con disabilità avviato dal Gruppo Donne FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) con l’obiettivo di raccogliere informazioni utili a colmare lo svantaggio occupazionale di queste donne e a creare ambienti lavorativi sicuri, inclusivi e accessibili per loro.

Per la raccolta delle informazioni è disponibile un questionario online anonimo, rivolto alle donne con disabilità e strutturato in modo da rilevare anche eventuali casi di abuso e molestie sul luogo di lavoro:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScXeJSOFVnEOw1YGgn3Bn9_uZlfTKt_NAzHT3Fva1UU8D3pVQ/viewform?vc=0&c=0&w=1&flr=0

Secondo l’Istat (dati 2019), in Italia in materia di lavoro le persone con disabilità sono esposte a un persistente svantaggio: “considerando la popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 31,3% di coloro che soffrono di gravi limitazioni (26,7% tra le donne, 36,3% tra gli uomini) contro il 57,8% delle persone senza limitazioni”.

A livello europeo, l’EDF (Forum Europeo sulla Disabilità) ha messo in luce la disparità di impiego delle donne con disabilità presentando un documento dal titolo “Disabilità e divari di genere: affrontare la disparità di impiego delle donne con disabilità” (2022) che fornisce una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione Europea per affrontare la questione e introdurre misure per la trasparenza retributiva. Si legge che “circa il 49% delle donne con disabilità, di età compresa tra i 20 e i 64 anni, è occupata, rispetto al 53,9% degli uomini con disabilità della stessa fascia di età; se si considera l’occupazione a tempo pieno, solo il 20% delle donne con disabilità ha questo tipo di impiego, rispetto al 29% degli uomini con disabilità, al 48% delle donne senza disabilità e al 64% degli uomini senza disabilità.

La condizione delle donne e delle ragazze con disabilità è quindi non solo peggiore di quella delle donne senza disabilità, ma anche di quella dei maschi con disabilità. Questa situazione è dovuta a una combinazione di fattori, tra cui lo stigma e la discriminazione, nonché il lavoro non retribuito”.

Redazione Milano Post

 

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