Legge 104, addio al referente unico: così l’assistenza ai familiari con disabilità diventa «condivisa»

0
517 Numero visite

di Diana cavalcoli

Addio al «referente unico».

Rivoluzione per la legge 104 e per i congedi per l’assistenza dei familiari con disabilità. L’assistenza si potrà ora condividere, o meglio dividere tra più «referenti». A prevederlo è il decreto legislativo 105/2022, entrato in vigore a metà agosto e dettagliato dall’Inps in una comunicazione ad hoc. In attuazione della direttiva Ue 2019/1158, «al fine di conciliare l’attività lavorativa e la vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza, nonché di conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare», viene di fatto corretta la legge 104 del 1992 in materia di congedo straordinario.

Legge 104, le novità

Salta quindi la regola del «referente unico dell’assistenza», in base a cui non poteva essere riconosciuta a più di un lavoratore dipendente la possibilità di fruire dei giorni di permesso per l’assistenza alla stessa persona in situazione di disabilità grave. L’unica eccezione riguardava i genitori di figli con disabilità, a cui è sempre stata riconosciuta la particolarità del ruolo svolto.

Assistenza condivisa

Cosa cambia quindi? Posto che resta confermato il tetto massimo di tre giorni di congedo per l’assistenza al familiare disabile, quel diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli aventi diritto, che possono fruirne in via alternativa tra loro. In altre parole più soggetti aventi diritto possono richiedere l’autorizzazione a fruire dei permessi alternativamente tra loro, per l’assistenza alla stessa persona disabile grave. In questo modo, il carico dell’assistenza può essere diviso tra più familiari, favorendo una migliore conciliazione tra vita personale, professionale e familiare. Altra novità: il diritto al congedo straordinario per assistenza viene esteso dal coniuge al «convivente di fatto», anche nel caso in cui la convivenza, qualora normativamente prevista, sia stata instaurata successivamente alla richiesta di congedo. Viene quindi estesa la platea di chi può fruire dei permessi e dei congedi per l’assistenza a un familiare con grave disabilità. Ovviamente la fruizione dei permessi e del congedo straordinario è subordinata alla richiesta di autorizzazione dell’INPS e le ore di permesso vanno utilizzate solo nell’interesse della persona con disabilità, pena il rischio di licenziamento.

 

L'informazione completa