Lavoratori disabili, approvate dopo sette anni le linee guida per il collocamento

L’esperto: “Un libro dei sogni, non funzioneranno”

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Le linee guida, previste dal decreto legislativo 151/2015, sono state implementate col decreto ministeriale 43/2022.

Previsti meccanismi premianti a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo, nonché una formazione specifica organizzata dai centri per l’impiego. Scettico il segretario generale di Andel Marino Bottà: “Mi sembra il classico annuncio mediatico fatto di belle parole, con poca concretezza reale”

Con un ritardo di quasi sette anni sono state adottate le linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità che, unite all’implementazione di una banca dati ad hoc, puntano a creare un sistema più efficiente e organico in tutta Italia. A presentarle in conferenza stampa il 16 marzo sono stati il ministro del LavoroAndrea Orlando, e la ministra per le Disabilità Erika Stefani. “Rappresentano un orientamento di indirizzo per stabilire una programmazione per realizzare degli standard omogenei nel servizio che mira all’integrazione delle persone con disabilità”, hanno dichiarato i ministri. Le linee guida, previste dal decreto legislativo 151/2015, sono state implementate col decreto ministeriale 43/2022 sulla base della multidimensionalità, della redazione di progetti personalizzati, della realizzazione di una rete integrata di servizi per la continuità nell’accompagnamento e dell’approccio bio-psico-sociale come standard nelle more della revisione delle procedure di accertamento della disabilità. Prevista, inoltre, la figura del responsabile per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Le carenze del collocamento obbligatorio – Secondo l’Agenzia nazionale disabilità e lavoro (Andel) poco più di un milione di persone disabili sono iscritte alle liste. Nel 2022 in Italia ci sono circa 112mila posti di lavoro disponibili. “È evidente che il sistema pubblico di collocamento mirato obbligatorio non funziona e che queste linee guida, pronte da anni in versione di bozze, sono l’occasione di una passerella per i politici. Si corre il rischio di alimentare false aspettative nei confronti dei disabili disoccupati che da anni vivono situazioni drammatiche”, dice a ilfattoquotidiano.it Marino Bottà, segretario generale di Andel, che ha partecipato anche alle audizioni parlamentari sul tema. Bottà considera queste indicazioni come “un alibi per il governo per dire “noi le abbiamo approvate”, ma poi la realtà delle centinaia di migliaia di disoccupati disabili non migliorerà se non cambiano davvero le cose. L’opera d’arte non la fa il pennello, la fa l’artista. Mi sembra il classico annuncio mediatico fatto di belle parole, con poca concretezza reale”.

Premi per le imprese virtuose – Una delle disposizioni approvate dal governo prevede che entro 18 mesi i servizi siano chiamati ad attuare una ricognizione generale sugli iscritti per verificare le permanenze nelle liste del collocamento per le persone iscritte da oltre 24 mesi, identificando le cause prevalenti della loro disoccupazione e il numero di offerte presentate loro nel medesimo periodo. Poi si dispongono l’introduzione o il consolidamento, da parte delle amministrazioni competenti, di meccanismi premianti negli appalti pubblici a favore di imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro. “Sono indicazioni condivisibili ma poi trasformarle in realtà è tutta un’altra cosa, si rischia di fare la fine dei navigator. Da anni alcune Regioni non pubblicano neanche i dati sulle attività dei rispettivi centri per l’impiego perché questi ultimi non li forniscono, con le linee guida cambierà poco riguardo a controlli davvero efficaci”, afferma Bottà.

La formazione dai centri per l’impiego – Gli interventi da realizzare si rivolgono a tre categorie: i giovani con disabilità non ancora in età da lavoro o ancora all’interno del sistema d’istruzione; chi accede per la prima volta al collocamento obbligatorio o vi è iscritto da non oltre 24 mesi; infine i disoccupati da oltre 24 mesi e chi rientra nel mercato dopo dimissioni, licenziamenti o lunghi periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione. Annunciata anche una formazione specifica organizzata dai centri per l’impiego nei confronti degli operatori del collocamento mirato. Funzionerà? Bottà non ci crede: “Ma come puoi affidare la formazione agli stessi soggetti che hanno portato alle criticità del sistema di collocamento disabili? Che cosa possono insegnare i centri per l’impiego che in tutti questi anni hanno fallito? Una delle ragioni fondamentali del non funzionamento è la mancanza degli operatori formati in maniera adeguata. Sembra quasi una presa in giro”.

Il monitoraggio – Si prevede, infine, un monitoraggio annuale dell’attuazione delle linee guida da parte del ministero del Lavoro, con la collaborazione delle amministrazioni regionali competenti e tavoli tecnici tra gli attori istituzionali. “Il ministro del Lavoro si comporta in modo pilatesco”, osserva Bottà, “perché a gennaio 2022 gli è stato consegnato un documento con le osservazioni delle Regioni basate sulle bozze delle linee guida, che smontano quelle indicazioni ritenendole inattuabili, un libro dei sogni”. Peraltro, spiega, la competenza sull’attuazione spetta soltanto agli enti locali: “Il ministero del Lavoro ha una funzione di coordinamento istituzionale e compiti di monitoraggio a indirizzo generale, ma non agisce a livello operativo né tanto meno di governance diretta”, conclude l’esperto, che lavora anche come docente e formatore di operatori preparati sul tema dell’inclusione lavorativa in aziende, consorzi, enti locali. “Quello che manca nel panorama italiano è il Disability Job Supporter in grado di agire a 360°, un traghettatore dalla disoccupazione alla occupazione, che sia in grado di accompagnare la persona disabile trovandole una occupazione professionale adeguata”.

 

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