Si può licenziare un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette per leggi 2021

Anche in termini di rapporto tra assunzioni di un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette e numero complessivo di lavoratori c'è una normativa ben precisa

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Dipendente disabile o invalido, si può licenziare?

Le disposizioni legislative sono pressoché le stesse. Un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette può infatti essere licenziato nel caso di giusta causa o di giustificato motivo.

Redazione BusinessOnline

Il licenziamento del dipendente invalido è un passaggio estremamente dedicato in quanto la sua assunzione è regolata da una normativa specifica. Pensiamo infatti al collocamento obbligatorio dei lavoratori appartenenti alle categorie protette.

Non si tratta infatti di una semplice facoltà del datore di lavoro ma di un vero e proprio obbligo di legge. Ecco quindi che è inevitabile chiedersi se si può licenziare un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette per leggi 2021. Ed eventualmente quali sono le condizioni per procedere all’allontanamento del dipendente. Approfondiamo quindi i vari passaggi tra:

  • Dipendente disabile o invalido, si può licenziare oppure no
  • Categorie protette nella pubblica amministrazione, cosa accade

Dipendente disabile o invalido, si può licenziare oppure no

Nelle categorie protette rientrano gli invalidi civili con una percentuale di invalidità dal 46 al 100%, gli invalidi del lavoro con percentuale di invalidità oltre il 33%, gli invalidi per servizio, gli invalidi di guerra e gli invalidi civili di guerra con minorazioni dalla prima all’ottava categoria, i non vedenti e i sordomuti, i profughi italiani, gli orfani e le vedove di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, le vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata.

Come vedremo a breve, sono previste norme speciali per loro assunzione, legate al rapporto numerico con gli altri lavoratori. Per quanto riguarda la possibilità del licenziamento, le disposizioni legislative sono pressoché le stesse. Un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette può infatti essere licenziato nel caso di giusta causa o di giustificato motivo.

Proprio quest’ultimo è l’aspetto a cui prestare maggiore attenzione, in quanto nella casistica del giustificato motivo rientra pure il peggioramento della condizione di salute del lavoratore appartenente alla categoria protetta ovvero alla completa inidoneità allo svolgimento delle mansioni.

Come abbiamo accennato, anche in termini di rapporto tra assunzioni di un dipendente disabile o invalido facente parte categorie protette e numero complessivo di lavoratori c’è una normativa ben precisa.

Prevede infatti che il datore di lavoro deve obbligatoriamente assumere un disabile nel caso in cui la forza lavoro sia compresa tra 15 e 35 unità.

Deve assumere 2 disabili se la forza lavoro è compresa tra 36 e 50 devono assumere due disabili. Dopodiché oltre 50 unità deve riservare una quota pari al 7% dei posti di lavoro a favore dei disabili a cui aggiungere l’1% a favore di familiari degli invalidi e dei profughi.

Categorie protette nella pubblica amministrazione, cosa accade

Ricordiamo che anche nella pubblica amministrazione sono previste regole in materia. Per essere assunti bisogna avere compiuto almeno 18 anni. Non esiste invece il limite massimo, a mento che l’ente pubblico decide motivatamente di introdurlo per specifici profili. Richiesto quindi il possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e avere i documenti in regola sulla cittadinanza.

Leggi alla mano, alla data di scadenza del bando, l’iscrizione nell’elenco dei centri per l’impiego e, conseguentemente, lo stato di disoccupazione è presupposto necessario, per il riconoscimento del titolo alla riserva di posti, nei limiti della complessiva quota d’obbligo, calcolata in senso più favorevole alle categorie protette all’atto dell’emanazione del bando o dell’assunzione effettiva, ove non siano state avviate altre procedure di copertura della quota. La riserva dei posti per le categorie protette può operare fino a un massimo del 50% dei posti messi a concorso, tenendo conto delle altre riserve previste dalla legge.

E ancora: i disabili che hanno conseguito l’idoneità nei concorsi pubblici possono essere assunti, ai fini dell’adempimento dell’obbligo, anche oltre il limite dei posti a essi riservati nel concorso.

Infine, se non ci sono disabili a sufficienza in posizione utile, che possano coprire la quota di riserva in quanto iscritti negli appositi elenchi alla data di scadenza del bando, l’amministrazione può assumere anche senza rispettare l’ordine della graduatoria.

 

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