NIdiL CGIL Nazionale organizza un nuovo presidio dei lavoratori precari dell’Istituto Statale Sordi di Roma (ISSR) per il giorno 23 ottobre, dalle ore 10.00 alle 14.00, in Largo Bernardino da Feltre (fronte MIUR).
Trascorsi oltre due mesi dall’incontro con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e dalla richiesta da parte di questa Organizzazione sindacale di un tavolo tecnico al fine di individuare le soluzioni più opportune e permettere la sopravvivenza dello storico Istituto di via Nomentana, ancora oggi non è pervenuta alcuna risposta dal MIUR.
Il sit-in del 23 ottobre davanti alla sede del Ministero vuole, pertanto, denunciare la perdurante “sordità istituzionale” alla situazione, richiedere l’erogazione dei fondi per il 2018 previsti e finora mai erogati, ribadire con forza l’urgenza di un intervento in favore dell’ISSR in assenza del quale sono a rischio:
le attività e i servizi erogati in tutti questi anni in favore della collettività, e in particolare delle persone sorde, delle loro famiglie e degli operatori del settore socio-educativo;
la copertura delle spese di ordinaria gestione;
gli stipendi dei propri lavoratori precari, da sempre privi delle garanzie offerte dai contratti di tipo subordinato, le cui sorti più che mai in questo momento risultano legate a quelle dello stesso Istituto.L’Istituto Statale Sordi di Roma, fondato nel 1784, è stata la prima scuola per sordi in Italia, dopo aver adempiuto per quasi 250 anni alle funzioni scolastiche nel 1997 è stato qualificato come “istituto a carattere atipico” da riformare in “ente finalizzato al supporto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche autonome” dalla legge Bassanini (L.59/1997) e successivamente, con Decreto del Provveditorato agli Studi di Roma (Decreto n.46152/2000), privato delle funzioni scolastiche perdendo contestualmente il suo intero organico e la dotazione di finanziamenti ordinari.Ormai da 18 anni, l’ISSR – non più scuola – ha assunto “nella prassi” e sotto la vigilanza del MIUR le funzioni di un Centro di alta specializzazione sulla sordità che ha: garantito servizi gratuiti di informazione, consulenza, documentazione, progettazione e ricerca; realizzato interventi per l’accessibilità e la partecipazione alla vita culturale per le persone sorde; promosso un’offerta formativa particolarmente articolata per gli operatori del settore scolastico e socio-educativo.Tuttavia, per realizzare appieno questa trasformazione dell’ISSR, così come previsto nel 1997 è necessario un regolamento governativo di riordino che ne disciplini puntualmente le nuove funzioni e lo doti di una pianta organica, regolamento che – in 20 anni! – non è mai stato approvato e non ha consentito all’Ente di ricevere i fondi previsti dalla Legge ‘Bassanini’ del 1997. Il MIUR, il Governo e il Parlamento dovrebbero agire responsabilmente impegnandosi fin da subito e concretamente ad allontanare il rischio di chiusura dell’ISSR, dotandolo tempestivamente di un regolamento di riordino e, non da ultimo, provvedendo alla legittima stabilizzazione dei suoi lavoratori precari che, in tutti questi anni di silenzio istituzionale, hanno progettato, organizzato ed erogato a favore dei cittadini le attività e i servizi promossi dall’ISSR: l’unico ente pubblico a occuparsi di sordità in Italia. NIdiL CGIL Nazionale Via dei Frentani, 4/A – 00185 Roma – Tel. 06/44340510 – 06/44340140 – 06/44340296 – Fax 06/44340282 – e-mail nidil@nidil.cgil.it – web www.nidil.cgil.it
Per queste ragioni, il patrimonio umano e professionale rappresentato dall’Istituto statale sordi di Roma non può e non deve essere dimenticato.
La chiusura dell’ISSR non causerebbe solo la perdita del lavoro per 21 persone (metà delle quali con disabilità uditiva), ma un danno rilevantissimo per la collettività nel suo complesso e la comunità sorda in particolare: la soppressione dei molteplici servizi gratuiti e pienamente accessibili offerti da un ente dello Stato divenuto un Centro di eccellenza sulla sordità, unico in tutto il territorio nazionale.
A quanto pare cambiano i governi perché nulla muti realmente: alla data attuale risultano ancora non pervenuti i fondi del 2018 destinati all’Istituto e assolutamente necessari per la sopravvivenza dell’Ente e per l’erogazione dei servizi alla cittadinanza. Dopo 18 anni in cui non sono mai stati erogati i fondi previsti la storia si ripete.
La chiusura dell’ISSR non causerebbe solo la perdita del lavoro per 21 persone (metà delle quali con disabilità uditiva), ma un danno rilevantissimo per la collettività nel suo complesso e la comunità sorda in particolare: la soppressione dei molteplici servizi gratuiti e pienamente accessibili offerti da un ente dello Stato divenuto un Centro di eccellenza sulla sordità, unico in tutto il territorio nazionale.
Per queste ragioni, il patrimonio umano e professionale rappresentato dall’Istituto statale sordi di Roma non può e non deve essere dimenticato.
Il MIUR, il Governo e il Parlamento dovrebbero agire responsabilmente impegnandosi fin da subito e concretamente ad allontanare il rischio di chiusura dell’ISSR, dotandolo tempestivamente di un regolamento di riordino e, non da ultimo, provvedendo alla legittima stabilizzazione dei suoi lavoratori precari che, in tutti questi anni di silenzio istituzionale, hanno progettato, organizzato ed erogato a favore dei cittadini le attività e i servizi promossi dall’ISSR: l’unico ente pubblico a occuparsi di sordità in Italia.
Francesca Di Meo
in rappresentanza dei lavoratori dell’ISSR | nochiusuraissr@gmail.com
Pagina della protesta #nochiusuraissr