La Lega, contraria totalmente al balzello, aveva chiesto all’esecutivo un gesto di apertura. “Crediamo che sia doveroso pensare a misure normative e sviluppare progetti a sostegno delle persone diversamente abili, con l’obiettivo di migliorare il più possibile la loro qualità di vita”, ha affermato il deputato del Carroccio, Stefano Borghesi, illustrando un’interrogazione depositata alla Camera. Che ha aggiunto: “Per le persone con grave disabilità, la televisione rappresenta spesso il principale mezzo di informazione e di compagnia. L’apparecchio televisivo, infatti, è uno strumento tecnologico in grado di facilitare le comunicazioni con il mondo esterno ed è anche uno strumento ricreativo”. Da questo ragionamento è stata messa nero su bianco la richiesta di esenzione per i disabili. “Il decreto attuativo, che ha previsto l’inserimento del pagamento del canone Rai nella bolletta elettrica, non pare essere lo strumento normativo adeguato per prevedere l’esenzione dal pagamento del canone per determinate categorie di soggetti”, ha affermato Padoan, in punta di diritto. E per il futuro? Nessuna promessa. Solo un’ipotesi: “I recuperi dell’evasione, sul pagamento del canone, potrebbero essere destinati al sostegno di tali categorie. Ma la Lega ha contrattaccato: “Il richiamo ai decreti attuativi non sta in piedi. Almeno per soggetti così svantaggiati, prevedere un’abolizione del canone Rai ci sembrava assolutamente il minimo”, ha incalzato Borghesi.
E per il sordomuti la beffa è doppia. “Nessuna esenzione o sconto. I sordomuti il canone devono pagarlo interamente, perché i programmi Rai hanno i sottotitoli”, ha sostenuto l’azienda di viale Mazzini. Dimenticando che per i nuovi canal digitali e le dirette non è prevista la sottotitolazione.
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