E’ sordomuto , è invalido civile al cento per cento.
Eppure, quando si è rivolto agli uffici di viale Mazzini per ottenere l’esenzione dal canone Rai, perché lui la tivù non la può sentire, ha ricevuto una risposta che gli ha gelato il sangue.
Dovrà pagare la tassa più odiata dagli italiani perché, come gli hanno spiegato, i programmi hanno i sottotitoli. In realtà, il servizio pubblico non prevede alcuna sottotitolazione per i nuovi canali digitali e le dirette, non la garantisce per i canali storici e non ha ancora attivato la funzione di sottotitolaggio per i contenuti trasmessi in diretta sul sito web.
L’azienda pubblica televisiva si è “dimenticata” di prevedere una esenzione specifica dal pagamento del canone per i telespettatori non udenti. Quando l’amministratore ha chiamato il numero verde, messo a disposizione da viale Mazzini, per chiedere spiegazioni si è sentito rispondere che la Rai non aveva previsto l’esenzione per i diversamente abili “non udenti” dal momento che la presenza della sottotitolazione nei programmi avrebbe garantito la possibilità per il soggetto di usufruire del servizio pubblico.