Isee 2016, le invalidità non costituiscono reddito; sentenza del Consiglio di Stato

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Ancora novità per quanto riguarda il modello Isee 2016; la DSU (dichiarazione sostitutiva unica) continua a essere al centro dell’attenzione, questa volta, però, i risvolti sono positivi per migliaia di famiglie al cui interno è presente una persona affetta da disabilità.

Isee_nuovo2015La nuova Isee e il calcolo per le famiglie con componenti disabili

Dal momento della sua entrata in vigore, il nuovo Isee aveva suscitato le vibranti proteste delle famiglie dei disabili poiché erano considerate, ai fini del calcolo, prestazioni esenti dall’Irpef quali le invalidità civili e le indennità di accompagnamento; le stesse famiglie, tramite alcune associazioni, si erano rivolte al Tar il quale aveva dichiarato illegittimo il dpcm 159/2013 nella parte riguardante i criteri di calcolo Isee delle famiglie con componenti disabili. Il governo Renzi decideva, però, di presentare ricorso contro le sentenze del Tar anziché modificare il decreto nella parte in cui era giudicato illegittimo.

La sentenza del Consiglio di Stato

La decisione che arriva dal Consiglio di Stato dà ragione alle famiglie dei disabili e conferma quanto già deciso dal Tar: le indennità di accompagnamento e tutte le altre prestazioni economiche erogate per invalidità non possono essere considerate reddito e pertanto devono essere escluse dal computo del calcolo ai fini Isee. Viene riportato nella sentenza ”Deve il Collegio condividere l’affermazione degli appellanti quando dicono che ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili, significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito – come se fosse un lavoro o un patrimonio – e i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno al disabile, ma una remunerazione del suo stato d’invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l’art. 3 della Costituzione”.

Una decisione quella del Consiglio di Stato che appare del tutto ragionevole e che non lascia adito a nessun dubbio interpretativo. Da qui le dichiarazioni del ministro Poletti il quale riferisce che il governo Renzi ha applicato una normativa approvata dal precedente Governo che aveva ottenuto il parere favorevole delle commissioni parlamentari. Alla luce della decisione del consiglio di stato come Governo, finisce Poletti, non ci resta altra scelta che prendere atto della sentenza e agire di conseguenza.

Una bella soddisfazione invece per le famiglie dei disabili che vedono finalmente riconosciuti i propri diritti. Certo, forse una maggiore lungimiranza da parte del governo sarebbe stata necessaria, se non altro dopo la prima sentenza del Tar, per evitare che famiglie già afflitte da gravi problemi dovessero sottrarre ulteriori energie da dedicare alla cura dei loro familiari.

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