Nei confronti degli agenti gli inquirenti contestano a vario titolo i reati di falso e tortura. Omerovic, 36enne sordomuto, precipitò dalla finestra della sua abitazione a Primavalle, periferia di Roma, nel corso di una perquisizione da parte delle forze dell’ordine. L’uomo restò gravemente ferito.
a cura di Enrico Tata
I pm della procura di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio per i tre poliziotti coinvolti nella vicenda di Hasib Omerovic. Nei confronti degli agenti gli inquirenti contestano a vario titolo i reati di falso e tortura. Omerovic, 36enne sordomuto, precipitò dalla finestra della sua abitazione a Primavalle, periferia di Roma, nel corso di una perquisizione da parte delle forze dell’ordine e restò gravemente ferito.
La legale di Omerovic: “Ci aspettavamo contestazione più grave”
“Ci saremmo aspettati una contestazione diversa e più grave, verosimilmente un concorso di persone in un reato più grave del solo reato di tortura in aggiunta a quello, correttamente contestato di falso: siamo dell’avviso che Hasib non si sia buttato da solo, ma sia stato quanto meno costretto a farlo per difendersi rischiando addirittura la vita vista l’altezza da cui è avvenuto l’evento, circa 8/9 metri”, ha dichiarato all’agenzia LaPresse Susanna Zorzi, la legale di Hasib Omerovic.
“I fatti rimangono gravissimi e le conseguenze altrettanto drammatiche poiché Hasib da allora non ha più goduto di buona salute andando incontro a diverse complicazioni anche psicologiche”, ha aggiunto.
Le presunte bugie dei poliziotti
I fatti contestati sono avvenuti il 25 luglio 2022. Secondo l’accusa, un poliziotto avrebbe compiuto “plurime e gravi condotte di violenza e minaccia” e avrebbe cagionato “al 36enne un verificabile trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti'”.
I poliziotti sono accusati di falso in concorso per aver detto che l’intervento sarebbe stato “dipeso dall’essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi”. Inoltre gli indagati avrebbero detto una bugia, sostenendo di “aver ricevuto dai condomini dello stabile, una volta giunti sul posto, informazioni secondo cui all’interno dell’appartamento degli Omerovic vivevano più persone che danno spesso problemi al condominio, in quanto vivono in uno stato di scarsa igiene e riferivano inoltre che durante alcune litigate all’interno dell’abitazione si sentivano spesso urla e lanci di oggetti come bicchieri e coltelli dalla finestra’, laddove tali informazioni erano state, in realtà, acquisite soltanto dopo che il 36enne era precipitato nel vuoto”.
Il caso di Hasib Omerovic
La vicenda di Hasib è stata portata alla luce a settembre 2022, grazie a un’iniziativa del deputato Riccardo Magi e di Carlo Stasolla, portavoce dell’Associazione 21 Luglio. Questa la testimonianza della sorella di Hasib riportata nel testo dell’interrogazione parlamentare presentata da Magi e confermata poi dalla donna di tribunale: “Ho sentito suonare e ho aperto la porta. Una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa. La donna ha chiuso la serranda della finestra del salone, hanno chiesto di documenti di Hasib, hanno fatto le foto, lo hanno picchiato con il bastone. Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli pugni e calci. Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù”.
di Redazione Fanpage Roma