Rimini, l’Inps chiede a un disabile di restituire 100mila euro. «Pensione legittima, niente rimborso»

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Un ragazzo con disabilità totale, del tutto dipendente dai genitori anche per le funzioni più essenziali, pur avendo ormai più di 25 anni

«Considerare non dovuta la pensione di disabilità per lui, e costringere i tutori legali a restituire all’Inps quasi 100mila euro – afferma l’avvocata Maria Luisa Trippitelli, che ha assistito a giudizio la famiglia come parte civile – sarebbe stata una vera e propria ingiustizia». Un’ingiustizia sventata, ormai definitivamente, grazie alla sentenza emessa dalla Corte d’appello di Bologna lo scorso 18 aprile, avvalorando quanto già deciso dal giudice del lavoro riminese, Lucio Ardigò, che nell’aprile di un anno fa accolse il ricorso della famiglia del ragazzo disabile e condannò l’Istituto di previdenza sociale al pagamento delle spese processuali.

Famiglia fuori dall’Italia

La pretesa dell’Inps affonda le radici in una norma di legge, secondo cui la pensione di disabilità è dovuta alle persone residenti in Italia, non a chi, ad esempio, si trasferisce all’estero, magari per godere di condizioni fiscali migliori.

Ecco, durante una visita di “controllo” all’Inps, per verificare la permanenza della condizione di disabilità, l’impiegato dell’ente si rende conto che il ragazzo aveva vissuto molti anni della sua vita all’estero.

I genitori, infatti, avevano lasciato l’Italia per aprire una struttura ricettiva e quindi l’allora bambino aveva seguito babbo e mamma. Negli ultimi anni la famiglia si era ristabilita a Rimini, frangente temporale in cui è arrivata la “bella sorpresa” dell’Inps.

Redazione Corriere Romagna
di Erika Nanni

 

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