“È l’ora dell’aperitivo”: a Pavia negato caffè a un disabile

Anna Zucconi, assessora ai Servizi Sociali: “Purtroppo non è la prima volta che ci arrivano segnalazioni di questo tipo”

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Assessora al Sociale: “Fatti del genere non si ripresentino mai più”

Si è seduto, con fatica, al tavolino di un bar del centro storico di Pavia, nel tardo pomeriggio di qualche giorno fa. Mentre l’uomo, un anziano disabile per una grave malattia neurologica, stava cercando di recuperare le forze, la moglie ha ordinato per lui un caffè. La cameriera è entrata nel locale, ma quando è uscita ha detto ai due pensionati che il caffè non poteva essere servito: “questa – ha spiegato la ragazza – è l’ora degli aperitivi”. Un rifiuto poi ribadito dal gestore.

La coppia, rimasta sconvolta da questa vicenda, ha deciso di raccontare il fatto ieri al quotidiano “La Provincia pavese”. Un racconto che ha fatto scattare oggi le reazioni del Comune. “Non mi risulta che ci sia nessuna legge che impone di negare un caffè al tavolino di un bar anche durante l’orario dell’aperitivo. Mio marito aveva fatto molta fatica per sedersi. C’erano tanti tavolini liberi, non capisco perché non si possa servire un caffè alle 18, soprattutto a una persona con evidente difficoltà motorie. Ci siamo rimasti davvero male”, ha spiegato la moglie.

“Esprimo la mia piena solidarietà alla coppia che ha vissuto questa brutta esperienza – ha detto Anna Zucconi, assessore ai Servizi Sociali -. Se da un lato posso comprendere le esigenze delle diverse attività commerciali, dall’altro credo però che sia in generale doverosa un po’ più di umanità, soprattutto quando ci si trova dinanzi a persone con delle fragilità. Quando queste ultime si ritagliano del tempo per uscire di casa, magari con non poca fatica, per godersi la propria città, sarebbe bello se quel momento all’aria aperta che vogliono regalarsi rimanesse un’occasione di svago e un’opportunità per ritrovare la serenità. Mi auguro dunque che fatti del genere non si ripresentino mai più”. “Purtroppo non è la prima volta che ci arrivano segnalazioni di questo tipo – aggiunge Roberta Marcone, assessore al Commercio -. Credo che un pubblico esercizio debba fornire un pubblico servizio e non trovo corretto rifiutare un caffè o altra bevanda a chicchessia in favore di un’ ordinazione più costosa”.

Red Milano Repubblica

 

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