La vittima era stata presa di mira con un video. Pesanti i commenti. Sul caso era stata aperta un’inchiesta. I fatti avvenuti due anni fa
Il caso è finito davanti al giudice del Tribunale Giuseppe Cario. E’ l’opposizione ad un decreto penale di condanna relativa ad un fascicolo per diffamazione che vede come parte offesa una traduttrice della lingua dei segni in tv, residente a Latina. Era stata diffamata su una pagina di Facebook, le frasi pesanti finite sul social network sono diventate materia di un fascicolo aperto in Procura. L’imputato è un uomo residente nel Nord Italia. I fatti contestati sono avvenuti nel maggio del 2021 e sulla scorta della denuncia presentata era stata aperta un’inchiesta che aveva portato all’identificazione oltre che dell’imputato anche di altre due persone (tra cui una residente in Puglia), il cui ier giudiziario invece è stato diverso.
Come riportato nel capo di incolpazione della Procura l’imputato, in concorso ha offeso la reputazione della parte offesa, pubblicando su un gruppo che conta molti iscritti un post contenente un video, poi rimosso. Il filmato – in base a quanto ipotizzato – riproduceva la figura della parte offesa che nella lingua dei segni comunicava le notizie di cronaca nazionale.
«L’espressione non va bene, ma non possiamo cambiarle la faccia. Come si fa? Poveretta». E poi ancora: «Questo interprete non mi piace». E infine. «E’ nata così».
A quel punto era scattata una denuncia ed era stato chiesto alla Procura l’esercizio dell’azione penale.
Gli accertamenti della Polizia Postale avevano permesso di risalire a tre persone per il reato di diffamazione aggravata.
Redazione LatinaOggi
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