La violenza su ragazze e donne disabili, le vittime invisibili

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Il viaggio nell’orrore senza fine passa attraverso una violenza invisibile e tremenda, molto diffusa, quella sulle donne con disabilità.

I primi dati Istat a riguardo escono nel 2014 ed emerge che il 72% delle donne disabili aveva subito violenza nell’arco della vita e che sono vittime di violenza sessuale più del doppio rispetto alle normotipiche.

Anche in questo caso, a fronte dei dati che emergono, il sommerso si stima enorme. Basti pensare che alle indagini Istat, fatte per telefono, non potevano rispondere donne sorde o con disabilità cognitiva, fa notare Rosalba Taddeini, referente dell’Osservatorio nazionale contro la violenza sulle donne con disabilità di Differenza Donna.

Le vittime di violenza spesso, ancora oggi, non vengono credute: per le donne con disabilità è quasi la norma perché si pensa, a causa di altri pregiudizi e stereotipi, che non abbiano una sessualità. Come nel caso di Maria, violentata tre volte al giorno dai 7 ai 27 anni. Nessuno le credeva, perfino la sua psicologa sosteneva fossero “fantasie”. Fin quando, grazie ad una magistrata che chiese le rilevazioni ambientali, sono state trovate le conferme.  O come nel caso di una donna sorda che aveva scritto la denuncia di violenza contro il proprio partner: le forze dell’ordine la riportarono a casa dal compagno, parlando di “banali conflitti”.

Anche su questo tipo di violenza è necessario agire su due fronti: l’emersione del fenomeno e la formazione del personale delle forze dell’ordine e sociosanitario e l’educazione sessuale nelle scuole. Anche perché le ragazze disabili sono spesso isolate, non invitate nei gruppi di amici, quindi scoprono la sessualità, spesso attraverso i social network, senza esperienze e mediazioni. (Ansa)

 

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