Mi trovo in una situazione terribile. Viviamo in un casa donatami dalla mia famiglia.
di Sabina Petrazzuolo
Poi quando ci siamo sposati lui ha voluto partecipare alle spese di manutenzione e alle modifiche ma gestiva anche il mio stipendio. Con il mio stipendio si faceva la spesa e si pagavano le bollette. Si faceva tutto ciò che diceva lui e io se avevo bisogno di qualcosa, dovevo avvisarlo o chiedergli i soldi perché magari erano finiti quelli del mio stipendio. Oppure mi diceva che non era il momento buono per comprare le scarpe o un cellulare nuovo.
Allora 5 anni fa mi sono ribellata dicendogli che lo stipendio mio lo gestisco io. Ma le cose sono peggiorate. Lui continuava a mettere la parte il suo stipendio senza mettere quasi più nulla di suo per la manutenzione della casa. Mi ha detto che la casa è la tua, arrangiati. Ma ci vive anche lui! Mi chiederete come mai questa situazione? Perché purtroppo io sono sorda e 20 anni fa non esisteva WhatsApp, non c’era internet come oggi per poter informarmi o chiedere altri pareri. Lui è udente, io no. Quindi lui doveva chiamare l’idraulico o l’elettricista. E quindi ha approfittato della mia condizione. Lui non se ne vuole andare di casa e i miei figli sono alleati con lui.
Sono abituata a immaginare l’amore, e qualsiasi relazione che è tenuta in piedi da questo, come uno spazio sicuro in cui stare e restare. Il rifugio di cui tutti abbiamo bisogno nella vita e che nell’immaginario comune è definito, semplicemente, casa. Del resto è quello il luogo dove sta il cuore.
Eppure, per quanto mi sforzi di vedere al di là di quello che sembra, non riesco a trovare nulla di tutto questo nella tua situazione. Non riesco a vedere più quella luce che dovrebbe appartenere all’amore perché questa è oscurata dall’egoismo, dal narcisismo e probabilmente da una qualche forma di violenza emotiva. E questo, chiaramente, rende la tua relazione un luogo pericoloso in cui non puoi più stare.
Vorrei dirti che la situazione che vivi non è terribile, che con il tempo le cose possono sistemarsi. Che l’amore (che forse un tempo vi ha unito?) risolverà ogni cosa. Ma ti mentirei e non voglio farlo. Perché è evidente che tutto questo va avanti da tanto, troppo tempo. Ed è arrivato il momento di fare qualcosa.
Hai detto bene tu, oggi c’è internet, c’è whatsapp, ci sono tanti strumenti per comunicare con il mondo esterno. E tu devi utilizzarli tutti. Per contattare i tuoi amici, la tua famiglia e magari anche un’associazione che possa aiutarti a comprendere cosa sta accadendo nella tua vita e come gestire al meglio questa situazione. Perché è evidente che sei una donna fortissima, ma anche le persone forti hanno il diritto di chiedere aiuto. Ed è arrivato il tuo momento.
Il dolore, questo è chiaro, andrà affrontato. E questo è acuito ancora di più dalla mancanza di supporto da parte dei tuoi figli che, in questa guerra silenziosa, hanno scelto di allearsi con lui. Ma vedi, le scelte e le esperienze dei figli si plasmano attraverso gli occhi dei genitori, e probabilmente loro sono stati più attenti allo sguardo del papà che al tuo. Ma questo spero che un giorno possa cambiare.
Intanto tu hai un compito, quello di guardati dentro e trovare la forza che hai per uscire da questa situazione, per chiedere aiuto. Non devi scappare, non sei tu a doverlo fare questo è chiaro. Ma non permettere più a questa persona di approfittare di te, di rubarti la vita e i sogni che ha già infranto. Datti una nuova opportunità, perché te la meriti.