Nella giungla delle bollette, oltre ai problemi legati al pagamento di importi sempre più elevati, stanno crescendo anche i casi di famiglie alle prese con campagne promozionali telefoniche sempre più aggressive.
Redazione Il Messaggero.it
E c’è anche chi si ritrova titolare di un nuovo contratto senza saperlo.
Come accaduto a un utente umbro sordomuto per il quale, come prova della sottoscrizione, il venditore ha prodotto una registrazione audio.
In altri casi, non esiste il contratto, ma arrivano solleciti di pagamento. Il caso è finito sul tavolo di Federconsumatori Umbria che oltre a risolvere i problemi legati a errori di fatturazione e richieste di rateizzazione, si trova ad affrontare anche questo fenomeno.
«L’assistenza principale la facciamo per i contratti non richiesti», spiega il presidente regionale, Alessandro Petruzzi. «Dopo la proroga del mercato tutelato e il successivo passaggio a quello libero, ci sono ancora migliaia di utenti domestici che devono perfezionare tale operazione e a livello nazionale c’è ampia condivisione anche a livello politico per cercare di definire come proteggere i più deboli». L’idea è quella di evitare il distacco per gli utenti malati che hanno anche diritto a un bonus per gli indigenti. «Manca però la volontà per creare un albo professionale per regolarizzare il dilagare dei venditori, spesso improvvisati», aggiunge Petruzzi.
Sui contratti di luce e gas non richiesti di cui molti utenti si ritrovano titolari, l’associazione pone una questione reale. «Ci sono oltre 700 venditori di luce e gas, molti dei quali irrintracciabili, per i quali non è previsto né un albo né un “patentino”: per acquistare e rivendere pacchetti di contratti basta iscriversi alla Camera di commercio», spiega Petruzzi. «Il fatto nuovo di questi ultimi tempi riguarda la sempre maggiore aggressività di tali venditori che esordiscono pretendendo di conoscere le tariffe che l’utente paga.
Con i colleghi delle Marche abbiamo segnalato il caso di una società farlocca della quale esiste solo il sito (non attivo e non ha pece) che dopo aver fatto chiudere il contratto vecchio non attiva quello nuovo, ma invia solleciti di pagamento. Per sollecitare i responsabili a farci mandare il contratto sottoscritto ci siamo dovuti rivolgere ai carabinieri».
Chi si ritrova con un nuovo gestore, a sua insaputa, si rivolge all’associazione per capire se si tratta di tariffe convenienti ma anche per sapere come comportarsi con il fornitore, spesso sconosciuto. «Le società di solito rispondono con la registrazione audio dell’utente e recentemente lo hanno fatto per un nostro associato sordomuto, sostenendo che si trattava dell’audio originale del contratto sottoscritto». L’unico modo sicuro per trovare la tariffa più conveniente resta il portale dell’authority. «A livello nazionale abbiamo presentato ai parlamentari e al governo un documento su accise e tariffe energetiche, ma al di là delle buone dichiarazioni di tutti, i fatti dimostrano il contrario».
Altra questione aperta, quelle dei bonus bolletta. «C’è una carenza di informazione al riguardo – aggiunge Petruzzi – prima era automatico, ora – dopo l’innalzamento del limite di reddito (da 6mila a 12mila euro) che ha raddoppiato la platea di beneficiari – se un utente non ha mai richiesto l’Isee è accedere al beneficio è più problematico».
Più complicato ancora accedere al bonus per i malati che devono fare domanda tramite il Caf, come recita uno spot dell’Inps