Calci e schiaffi al figlio sordo così forti da fargli saltare l’apparecchio che aveva nell’orecchio e botte alla moglie perché rifiutava di fare altri figli.
Anni di sopraffazioni e violenze quelle denunciate da una donna cingalese di circa 40 anni, residente nel fanese. Violenze a cui ha deciso di mettere fine quando a dicembre scorso, il marito, un 40enne anche lui originario dello Sri Lanka, marinaio, si è scagliato ancora una volta su di lei, ma in particolare sul loro figlio minorenne e con problemi gravi all’udito tanto da dover portare un impianto cocleare.
Due gli episodi contro il piccolo nello stesso giorno.
Il primo nel pomeriggio, quando il bambino stava studiando con un educatore, il padre, alterato dall’alcol, avrebbe prima preso in giro il ragazzino, poi gli avrebbe sferrato un calcio a una gamba e infine uno schiaffo alla testa. Un colpo così forte da far cadere a terra l’impianto nell’orecchio. La sera scoppia di nuovo un litigio e nuovi schiaffi al figlio che cade e batte la testa sul pavimento. La mamma, che ha riferito di essere stata picchiata anche lei, è corsa a raccontare tutto alle forze dell’ordine. Per il 40enne è scattata la misura, disposta dal gip, su richiesta della procura, del divieto di avvicinamento alla famiglia.
Ieri, giorno dell’interrogatorio di garanzia, l’indagato per maltrattamenti (difeso dall’avvocato Alessandro Pagnini) ha cercato di giustificare la sua condotta. Ma il gip Francesco Messina ha confermato la misura. “Si è trattato di comuni dissidi in famiglia – ha spiegato l’avvocato Pagnini – il mio assistito non voleva causare sofferenze nè al bambino nè alla moglie”.
e. ros.