Avrei desiderato fare la nonna, ma Loredana non voleva. E mi sono fatta da parte

In aula suocera e compagno 36enne di Campolattaro a processo per aver ucciso il figlio di 4 mesi

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Benevento.  Avrei desiderato fare la nonna, ma poiché Loredana non voleva, mi sono fatta da parte, ha detto. Lei è la suocera di Loredana Morelli, la 36enne di Campolattaro, sordomuta ed affetta da una forma psicopatologica, che il 15 settembre del 2019 aveva ucciso Diego, il figlio di quattro mesi.

Questa mattina è comparsa dinanzi alla Corte di assise, al pari di Antonello, suo figlio, compagno dell’imputata. Acquisite le loro dichiarazioni, niente domande del pm Maria Gabriella Di Lauro e degli avvocati difensori Matteo De Longis e Michele Maselli, alcune dell’avvocato Antonio Zobel (per il compagno ed i familiari, parti civili), con risposte che hanno aggiunto ulteriori tasselli ad un mosaico terribilmente complicato.

Perchè Loredana era sempre nervosa e aggressiva, ce l’aveva con mia madre, ha spiegato Antonello, che ha ammesso che all’inizio era stata lei a volere il bimbo, e che lui si era convinto successivamente. Fotogrammi di una tragedia sconvolgente, illuminati, in apertura di udienza, dalla deposizione del dottore Teofilo Golia, che ha curato, su decisione della Corte, una perizia psichiatrica, concludendo per la seminfermità mentale della 36enne e la sua incompatibilità con il carcere.

Lo specialista ha ribadito le sue convinzioni, fondate, in soldoni, sulla capacità di ricordare e sulla lucidità della donna – da alcuni mesi ai domiciliari in un centro – , anche quando i difensori gli hanno domandato come sarebbe cambiata la sua valutazione se avesse potuto conoscere alcune circostanze ancora contenute nel fascicolo del Pm quando gli era stato affidato l’incarico. E’ il caso, ad esempio, della scoperta della ferita alla testa che Diego aveva subito quando la macchina guidata dalla madre si era schiantata contro il guardi rail ad alta velocità.

Come più volte sottolineato, il giorno del dramma Loredana si era allontanata da Quadrelle con il piccolo a bordo di una Opel Corsa. Ossessionata dai sospetti, voleva raggiungere la sua famiglia a Campolattaro. Per non farsi fermare dai carabinieri, che la cercavano dopo la denuncia del compagno, aveva imboccato la Benevento -Caianello, giungendo all’altezza di Solopaca, dove la Corsa era finita contro la barriera.

Era scesa, aveva preso tra le braccia Diego, rimasto ferito, ome dimostrerebbero le tracce di sangue sul seggiolino e nell’abitacolo, e l’aveva lanciato di sotto, certa che in quel punto scorresse il fiume. Poi, intenzionata a farla finita, aveva fatto altrettanto, restando impigliata tra i rovi, come il bimbo. Lo aveva raggiunto e colpito alla testa con un pezzo di legno, ammazzandolo.

Si torna in aula il 21 settembre.

 

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