Addio a Pierucci, il portalettere di San Filippo

Per trent’anni presidente della sezione lucchese dell’ente nazionale sordi e nel 2012 nominato Cavaliere della Repubblica

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LUCCA. Per tutta la sua vita è stato l’anima della sezione lucchese dell’ente nazionale sordi.

Luca Tronchetti

Trent’anni presidente (dal 1985 al 2015), dodici consigliere (dal 1973 agli inizi del 1985). Quarantadue stagioni al servizio per l’integrazione, la promozione, la crescita, l’ autonomia e la piena realizzazione umana nella società delle persone non udenti. Un obiettivo perfettamente riuscito a Vincenzo Pierucci, 80 anni compiuti il 5 marzo scorso, scomparso all’ospedale San Luca nella tarda serata di martedì per i postumi di un’ischemia che lo aveva colpito un po’ di tempo fa. Ma al di là delle tante battaglie quotidiane – affrontate con lo spirito di chi è ben lungi dall’arrendersi di fronte ai tanti ostacoli che una persona sorda o sordomuta deve superare – per tutti Pierucci era il portalettere di San Filippo. Dopo aver svolto servizio in città, per un lungo periodo della sua vita lavorativa era stato assegnato alla zona di San Filippo. Sempre allegro, solare e dotato di una bonomia e di una gentilezza che lo rendeva simpatico a pelle a chiunque entrasse in contatto con lui.

LA PASSIONE PER LO SPORT

Grande amante dello sport è stato anche partecipe degli eventi sportivi tra i sordi. Nel suo cuore un posto di rilievo era riservato al calcio e al ciclismo. Stravedeva per il Milan e riconosceva in Kaka l’ultimo vero grande campione. E poi la Lucchese, la squadra che ha seguito per quasi quarant’anni al Porta Elisa e spesso nelle trasferte in Toscana. Un abbonato storico che mezz’ora prima di ogni partita faceva il suo ingresso allo stadio con tanto di sciarpa rossonera d’ordinanza attorno al collo. «Per un certo periodo riuscì a far ottenere alle persone sorde il biglietto o l’abbonamento allo stadio per vedere la Lucchese. – racconta il nipote Robin Della Maggiora – I suoi calciatori preferiti? Mi parlava sempre di Piero Ribechini, mediano della promozione dalla C alla B nel 1961, che fu il primo calciatore a conoscere. Poi era un grande estimatore di Roberto Paci il superbomber della storia del club. Ma lo sport gli piaceva in generale. E non si perdeva mai una tappa del giro d’Italia. Gli piacevano i corridori che andavano forte in salita, ma anche nelle classiche come Merckx, Moser e Pantani».

A Pierucci – ricordato con una nota dal presidente dell’Ens, Andrea Pagano – piaceva molto viaggiare. E una delle sue ultime vacanze , sempre in compagnia della moglie, era stata in Namibia.

IL CAVALIERATO

Il momento più bello fu nel 2012 quando nelle mani del Prefetto, Giovanna Cagliostro, e del sindaco Alessandro Tambellini, venne insignito del titolo di cavaliere al merito della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano.

LE ORIGINI E I FUNERALI

Viveva a S. Anna con la moglie Graziella Di Simo avrebbe dovuto festeggiare tra poco i 57 anni di matrimonio. Ma teneva con orgoglio alle sue origini capannoresi: era nato infatti a Tassignano dove c’è ancora la sua casa natale e dove sarà tumulato domattina alle 10,30 nel cimitero del paese. Oltre alla moglie lascia la figlia Isabella e gli adorati nipoti Robin e Gretel.

 

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