Accolto il ricorso della difesa di Loredana Morelli, 35 anni, di Campolattaro. Il dramma nel 2019
Annullata dalla Cassazione la decisione con la quale il Riesame- e prima ancora il Gip- aveva ritenuto compatibili con la detenzione in carcere le condizioni di Loredana Morelli ( avvocati Matteo De Longis e Michele Maselli,) 35 anni, di Campolattaro, sordomuta ed affetta da problemi psicopatologici, accusata di aver ucciso il figlio Diego, di quattro mesi, il 15 settembre del 2019.
La Suprema Corte ha dunque accolto il ricorso dell’avvocato Andrea De Longis junior, con una pronuncia sulla quale, in attesa delle motivazioni, potrebbe aver pesato la rapidissima informativa al governo da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo, alla quale si era rivolta la difesa della donna. Una circostanza che potrebbe spiegare il sì del procuratore generale presso la Cassazione al ricorso, per la violazione, appunto, dei diritti dell’uomo.
.La palla torna al Riesame, che dovrà nuovamente vagliare la situazione della donna, che lo scorso 10 settembre è stata rinviata a giudizio – 12 novembre il via al processo- dinanzi alla Corte di Assise, dopo una udienza preliminare in cui aveva rotto il silenzio nel quale era immersa da un anno. In quell’occasione la difesa, dopo aver evidenziato lo stato di sofferenza psichiatrica, aveva ulteriormente sollecitato la scarcerazione, incrociando l’attenzione del gup Maria Di Carlo, che aveva precisato che l’avrebbe adottata solo quando fosse stato presentato il piano terapeutico che Loredana avrebbe dovuto seguire presso la cooperativa che l’avrebbe accolta. Un piano terapeutico a cura dell’Asl di Avellino – l’imputata è residente in Irpinia-, con le prevedibili implicazioni burocratiche.
Il giorno del dramma l’allora 34ene aveva lasciato l’abitazione di Quadrelle nella quale viveva con Antonello, di lui più giovane di due anni, anch’egli sordomuto, e, convinta che volessero toglierle il piccolo, era andata via con Diego con una Opel Corsa. Voleva tornare dai suoi, a Campolattaro, ma all’altezza di Zingara morta i carabinieri, che la stavano cercando dopo la denuncia di scomparsa presentata dal convivente, l’avevano intercettata.
Lei era riuscita comunque ad allontanarsi: si era diretta lungo la statale Benevento – Campobasso, all’altezza di Solopaca l’auto si era schiantata contro il guard rail. Era scesa, aveva preso tra le braccia Diego e l’aveva lanciato di sotto. Poi, intenzionata a farla finita, aveva fatto altrettanto, restando impigliata tra i rovi, al pari del bimbo. Lei lo aveva raggiunto e colpito alla testa con un pezzo di legno, ammazzandolo.