04 settembre 2020 – La comunità dei sordi di Verona si è riunita oggi alle 15 nel rispetto del distanziamento anti Covid nella chiesa di San Pietro Apostolo a Borgo Trento per dare l’ultimo saluto all’amico Giuliano Nicetto Boaretti, presidente del Consiglio regionale Ens (Ente Nazionale Sordi) del Veneto che si è spento dopo rapida e inesorabile malattia continuando però però a lavorare fino all’ultimo come nel suo stile di vita volta all’integrazione dei non udenti nella società.

Giuliano Boaretti

Le esequie sono state celebrate, anche nella lingua dei segni, dal parroco della chiesa, amico di Giuliano, della sua compagna Alessandra Marigonda (ambedue sordi) e delle relative famiglie. Numerose le persone che hanno partecipato al toccante funerale in cui si è parlato con dolcezza di Giuliano che da quarant’anni si batteva per dare visibilità e garantire i diritti civili e umani a chi è affetto da sordità, condizione che costringe chi ci nasce o diventa a doversi battere con le unghie e con i denti per essere considerati alla stregua dei normodotati, rispettato e inseriti adeguatamente nel mondo del lavoro e della vita quotidiana di relazione interpersonale.

«Uno dei più grandi desideri di Giuliano è sempre stato che il discorso del Papa ogni domenica alle 12 all’Angelus sia tradotto simultaneamente in Lis, la lingua dei segni», ha detto la sua compagna Alessandra, aspirazione importante per i sordi sottolineata anche dal parroco nel suo intenso omaggio a Boaretti uomo e operatore sociale che ha creduto nella condivisione delle esperienze di vita fra tutte le forme di disabilità, nonchè di sostegno reciproco e di unione operativa per rompere il silenzio e l’omertà, muraglie alte da abbattere.

Giuliano Nicetto Boaretti era nato a Solesino in provincia di Padova nel 1947 e si era trasferito già dal 1954 a Verona con la famiglia per poter studiare all’istituto Antonio Provolo che allora era l’unica scuola primaria nel Veneto, e dove ha studiato anche suo fratello Tino di cui i convenuti alle esequie di Giuliano hanno ascoltato attoniti lo straziante addio. Una cerimonia carica di empatia durante la quale le mani dei presenti si sono alzate molte volte per fare il gesto dei palmi che vibrano come ali di farfalle e vuol dire applausi.

 

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