Annamaria Sorrentino, l’ex miss non udente morta cadendo dal terzo piano in una casa vacanze a Parghelia, lo scorso agosto, fuggiva da un’aggressione del marito.
Paolo Foresta oggi è indagato per omicidio preterintenzionale con l’ipotesi aver causato la morte della moglie. “Annamaria schizzava come un proiettile, voleva salvarsi la vita e invece l’ha persa”, dice a Fanpage.it l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Sorrentino.
Annamaria Sorrentino correva fortissimo, ‘come un proiettile’ per sfuggire all’aggressione del marito, Paolo Foresta. Così è stata descritta la dinamica della caduta dal balcone del secondo piano il pomeriggio del 16 agosto nella casa vacanze di Parghelia (Vibo Valentia), della bellissima Annamaria Sorrentino, 29 anni, morta dopo tre giorni di agonia nell’ospedale di una regione dove pensava di trascorrere il Ferragosto. Annamaria, come sostenuto sin dal primo momento dai suoi familiari in opposizione a quanto raccontato dal marito e dagli altri testimoni, non si sarebbe suicidata, ma sarebbe precipitata nel corso di un’aggressione violenta. Lo ha stabilito la dinamica della caduta. Sotto la lente della Procura di Vibo per il reato di omicidio preterintenzionale, ora, c’è il marito della ex miss Campania, Paolo Foresta, non udente, proprio come lo era Annamaria e le altre due coppie di amici che soggiornavano con loro insieme ai bambini nella casa dove è avvenuta la tragedia. Una casa che, come ha detto a Fanpage.it, Nicodemo Gentile, legale dei Sorrentino, era diventata ‘una polveriera’.
Una vacanza finita nel sangue
I fatti, prima di tutto. I giovani coniugi Sorrentino- Foresta erano partiti da Napoli il 14 agosto alla volta di Tropea, dove avevano trovato una piccola casa che li avrebbe ospitati tutti per il Ferragosto. Tre coppie, due bambini, otto persone in tutto. Al suo arrivo nell’appartamentino al secondo piano di Parghelia (Vibo Valentia), il gruppo viene notato subito dai vicini per le dinamiche litigiose, i volti scuri, la tensione. Tutto il contrario da quello che si aspetta da tre famiglie in vacanza il ferragosto. La notte tra il 15 e il 16 agosto tra le mura di quella casa si scatena una lite furibonda che attira l’attenzione dei vicini. Allarmati, i residenti delle case attigue chiamano i carabinieri segnalando una voce femminile che da quella casa chiede aiuto. Quando i militari arrivano sul posto, però, gli animi sembrano essersi calmati. L’indomani, come d’abitudine, Annamaria si mette in contatto prima con la madre e poi con la sorella Luisa, che dalla videocamera del telefonino immediatamente si accorge che qualcosa non va. “Mandami la tua posizione e vengo a prenderti”, ordina quasi Luisa, ma Paolo e un altro amico presente la rassicurano, prendono lo smartphone di Annamaria e continuano la videochiamata. È proprio l’amico a rasserenare Luisa del tutto: “Vai al mare, ad Anna ci penso io. Paolo non le farà niente”.
La storia tra Annamaria e Salvatore
Poco più di un’ora e mezza dopo Annamaria è sul selciato ai piedi del balconcino di legno della casa di Parghelia, con lividi e ossa rotte. Gli altri villeggianti sono agitati, alcuni testimoni li vedono addirittura fuggire dalla scena, invece di prestarle soccorso. Annamaria muore in ospedale tre giorni e dopo un espianto di organi, di cui era donatrice, dopo. Paolo e gli altri amici parlano di suicidio, ma alla famiglia Sorrentino questa ipotesi appare assurda. Negli stessi giorni, quelli del lutto, ricevono strani sms dagli amici storici di Annamaria con parole come ‘gelosia’, ‘botte’, ‘violenza’. Paolo era geloso e la picchiava, come ammetterà con chiarezza anche di fronte alle telecamere di ‘Chi l’ha visto’. La procura di Vibo apre un’inchiesta per ‘istigazione al suicidio’, Paolo Foresta si sbilancia con i giornali: “Annamaria aveva un amante, Salvatore “.
La caduta: Annamaria scappava da un’aggressione
Stando alla testimonianza di Paolo, Annamaria avrebbe progettato una nuova vita con Salvatore, l’amante, anche lui sposato e padre di un bimbo e presente, con la moglie Daniela, nella stessa casa dove da due giorni andavano in scena liti violente. Annamaria, a dire il vero, si sarebbe scontrata con la moglie dell’amante che, avendo scoperto tutto, l’aveva affrontata. Si spiega, a questo punto, il clima cupo, violento e teso notato da quanti si sono imbattuti nel gruppo di villeggianti. Non spiega, però, come Annamaria è precipitata da quel balcone. Ci pensa la ricostruzione della dinamica della caduta. “La dinamica ha escluso che possa trattarsi di un gesto volontario – dice ancora l’avvocato Gentile – questo cambio di capo di imputazione da istigazione al suicidio in omicidio preterintenzionale è un passo molto importante. Per prima cosa rende giustizia alla battaglia della famiglia che non ha mai voluto né la testa di Paolo Foresta né di altri, ma solo la verità per la propria amata figlia e sorella”.
Le indagini: cosa sta facendo la Procura
Nei prossimi mesi verranno effettuate le perizie sui cellulari e i dispositivi elettronici. “L’autopsia sul corpo di Annamaria non è stata ritenuta necessaria” spiega ancora Gentile. “La dinamica della caduta è sufficiente a spiegare cosa è successo, inoltre ci sono testimonianze importanti nella vicenda. Con i familiari di Annamaria, siamo convinti, che sia solo l’inizio e ci auguriamo che nei prossimi giorni altri soggetti, meritevoli di accertamenti, verranno indagati”. Un’altra domande è rimasta senza risposta, tuttavia. Perché le coppie di amici sono andate in vacanza insieme se la relazione tra Salvatore e Annamaria era già nota ai rispettivi coniugi, come riferito da alcuni testimoni? Cercavano una conciliazione o un chiarimento definitivo?
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